Il neo eletto sindaco di Messina, Cateno De Luca, con la fascia tricolore

Scontro in Consiglio Comunale sul risanamento. De Luca pronto a dimettersi

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Il sindaco Catena De Luca è pronto a dimettersi. La causa di questo annuncio shock fatto ieri, durante la seduta aperta del Consiglio Comunale, è l’istituzione dell’Agenzia per il risanamento che il primo cittadino reputa fondamentale per completare le operazioni necessarie allo “sbaraccamento” e poter mettere in pratica quel progetto ambizioso che potrebbe finalmente mettere la parola fine al problema del risanamento a Messina.

Se da un lato, però, De Luca vuole ridurre al minimo i tempi, dall’altro i dubbi manifestati dal Consiglio Comunale li stanno allungando più di quanto il primo cittadino aveva preventivato. I consiglieri vogliono studiare bene gli atti per capire se l’Agenzia per il risanamento è davvero la soluzione migliore per risolvere il problema delle baracche. Il Consigliere Calabrò nel suo intervento, ad esempio, ha dichiarato che «Bastava una norma che dicesse: “tutte le competenze dello IACP in materia di risanamento sono affidate al Comune di Messina”».

Questi dubbi si sono tradotti in una bocciatura di due emendamenti su tre proposti dal sindaco, che ha però abbandonato l’aula prima della votazione. Non prima, però, di aver “bacchettato” Presidente e Consiglieri, davanti i deputati regionali e nazionali messinesi presenti in aula: Elvira Amata, Ella Bucalo, Antonio De Luca, Grazia D’Angelo, Ciccio D’Uva, Pietro Navarra, Matilde Siracusano e Valentina Zafarana.

De Luca, infatti, ha affermato: «Abbiamo speso 10mila euro per parlare del nulla e non so per quanto  continueremo a parlare del nulla. Ho fretta di dare risposte alla città, altrimenti preferisco tornare a fare il deputato». Poi l’attacco al Presidente Cardile: «Presidente, lei oggi ha parlato come uomo del Pd, ha dimostrato di essere di parte».

«Non chiamatelo ricatto – ha spiegato De Luca. E’ lo sfogo di un sindaco che non vuole essere ascritto nella lunga lista dei fallimenti di questa città».

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    1. Certamente lo spumante servirà a far gioire le persone che come Lei festeggiano nel vedere Messina sempre peggio. La Mia persona che non dipende da nessuna corrente politica e non trae profitti da magheggi politici NON festeggiera di certo

  1. Il sindaco ha perfettamente ragione ,ma non deve essere inpulsivo. la colpa è di una legge elettorale sbagliata che avrebbe dovuto garantire la maggioranza in consiglio al sindaco eletto. Non si può fare opposizione strumentale penalizzando la città. Invito il sindaco a non dimettersi e di coinvolgere la cittadinanza. non si può perdere un’occasione come questa di eleiminare le baracche in città dopo 110 anni. Il consiglio comunale non sta dimostrando buon senso e capacità politica. Chi dovrebbe andare a casa non è il sindaco ma il consiglio comunale.

    1. Il Consiglio comunale è un organo di controllo, se il sindaco elette avesse la maggioranza fra i consiglieri automaticamente (per legge elettorale come da lei suggerito) si vanificherebbe il ruolo del consiglio stesso. Il problema è che il nostro sindaco si è prodigato per farsi eleggere ma non per far votare i membri delle proprie liste… Non dimentichiamoci che ha deciso di presentarsi con 6 liste invece di 3-4 (riducendo di tanto la probabilità che si riuscisse a superare la soglia di sbarramento del 5%). Pur concordando sul fatto che – in generale – il consiglio comunale debba mostrare buon senso c’è da ricordarsi che loro sono espressione del voto di migliaia di elettori…

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