Referendum, D’Alia e Ardizzone: “Un Sì per rendere l’Italia più governabile”

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Ultima settimana di campagna referendaria, poi la parola passerà all’inappellabile giudizio delle urne. Che il prossimo 4 dicembre rappresenti il bivio per l’attuale situazione politica nazionale è ormai un fatto assodato, con i Centristi per il Sì che si schierano in favore di una riforma che fa rima con governabilità e stabilità politica.

Gianpiero D’Alia, però, si sofferma sui toni aspri che hanno caratterizzato l’ultimo mese e mezzo di dibattito tra i sostenitori del sì e quelli del no, senza risparmiare delle frecciatine agli avversari politici del momento, su tutti Grillo e Berlusconi: “Le ultime settimane sono state caratterizzate da un clima che non ha fatto bene al paese, basti pensare ai ricorsi al Tar e  al Tribunale di Milano che puntavano ad annullare il referendum. Nel 2012 non c’era un solo partito politico che non avesse nel proprio programma elettorale il superamento del bicameralismo perfetto e l’abbassamento dei costi della politica, tutti punti presenti nella riforma e che adesso improvvisamente non stanno bene ai sostenitori del no. Addirittura- ha continuato D’Alia – chi ha votato per  questa riforma in Parlamento adesso in piazza la contesta, se tutto ciò è possibile io ritengo che ci sia molto del nostro sistema politico che vada cambiato. Io stesso votai in modo favorevole alla riforma che fece il Governo di centrodestra nel 2005, e molti punti sono ripresi da questa manovra portata avanti dal Governo Renzi. Adesso invece ci ritroviamo Berlusconi che dice di voler votare no senza neanche sapere il perché. Grillo invece si sta dimostrando coerente, lui ha basato la sua ascesa politica puntando sul fallimento dell’Italia, ma noi questo fallimento non lo vogliamo. Mi sembra evidente che ormai c’è uno scontro tra chi vuole un’Italia governabile e chi invece fa solo del populismo contro le istituzioni”.

L’incontro dal titolo “Basta un Si”, che si è tenuto al cinema Lux, per D’Alia rappresenta la prima uscita messinese dopo l’addio all’Udc, con i Centristi per la Sicilia che vogliono essere protagonisti anche nella nostra città: “Mai come nel recente passato la nostra città è stata al centro delle attenzioni del Governo nazionale e di quello Regionale – ha dichiarato – purtroppo c’è  un’amministrazione debole che non può reggere i progetti di sviluppo per la città. Noi una mozione di sfiducia l’abbiamo depositata ma non ha raccolto le simpatie degli altri gruppi politici”.

Presente anche il Presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, che invece ha sottolineato come la creazione del nuovo Senato possa rappresentare un vantaggio per le Regioni che potranno affacciarsi al panorama europeo con maggior facilità: “Ormai anche le Regioni devono ragionare a pieno titolo in modo europeo, basando il proprio modus operandi su quelli che sono i leciti diktat comunitari. Con questo nuovo Senato anche le Regioni potranno entrare a far parte dei meccanismi europei e nessuno più dei siciliani deve sperare che ciò accada. Tante volte mi sono trovato davanti all’esempio di Malta, che pur essendo una realtà di 400mila abitanti vive di turismo ed ha un così grande potenziale, ma può  permetterselo perché si muove in un ambito comunitario essendo uno stato indipendente”.

Per il presidente dell’Ars, l’esito i risultati del referendum in Sicilia non rappresenteranno la prima indicazione verso il voto delle regionali: “A sostegno del no troviamo insieme il Movimento 5 Stelle e la destra di Nello Musumeci, non credo che ciò possa accadere sotto il profilo elettorale”.

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