Migranti. Sturniolo e Lo Presti al Sindaco: «Usiamo la “Casa di Vincenzo”»

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“Parecchie associazioni che si occupano dell’assistenza ai migranti hanno espresso più volte preoccupazione sul sistema di accoglienza. In particolare, le condizioni in cui versano le cittadine e  i cittadini migranti risentono di modalità organizzative  insufficienti e siano informate da logiche e finalità securitarie che non tengono conto del progetto di vita degli stessi e della attuale drammatica situazione storica”, queste le prime considerazioni che spingono i consiglieri comunali, Luigi Sturniolo e Nina Lo Presti, a presentare un’interrogazione al sindaco, Renato Accorinti, sulle questioni che riguardano l’accoglienza dei migranti.

Sturniolo e Lo Presti osservano che “il susseguirsi degli sbarchi e l’elevato numero di migranti, siano essi richiedenti protezione internazionale, provenienti da teatri di guerra o persecuzioni politiche nei loro paesi d’origine, o siano coloro che vengono chiamati migranti economici, in fuga da fame, miseria e sfruttamento, devono interrogarci sulla necessità di superare la logica emergenziale, che ha condotto nel corso degli anni a considerare i cittadini stranieri esclusivamente un problema di ordine pubblico”.

“Le persone che giungono sul nostro territorio – scrivono i Consiglieri – si trovano ristrette in un “cordone sanitario” costituito per lo più dalle forze dell’ordine e alloggiati in strutture dove le condizioni di vita e di accoglienza sono precarie e insufficienti, lesive della libertà e della dignità delle persone, nonché della stessa normativa europea e nazionale in tema di diritto di asilo; strutture immaginate nel tempo come soluzione transitoria, e trasformatesi in realtà in “non luoghi” stabili”.

Questi i motivi per cui interrogano il Sindaco “sulla mancata operatività del Consiglio territoriale”.

“Questo organismo, esistente sin dal 2002 e convocato dal Prefetto – ricordano -, ai suoi inizi ha lavorato di concerto con le associazioni e i soggetti che si occupano di azioni e di politica migratoria sul nostro territorio e che da qualche anno risulta svuotato rispetto agli obiettivi per cui era stato creato; ciò è riferito – continuano – al poco spazio lasciato ai soggetti che, pur operando costantemente sul campo, non vengono coinvolti in una dimensione progettuale di più lungo respiro; il Consiglio territoriale, infatti, aveva istituito 4 Commissioni dedicate a “Scuola, Casa, Mediazione, Salute”, adesso non più attive. Infatti, nel pieno rispetto delle leggi, è necessario che le associazioni e le istituzioni tornino a discutere e a prendere parte a tutte le fasi dell’accoglienza – sottolineano -, dal momento in cui i migranti  toccano il territorio nazionale,  e quindi durante la prima accoglienza, nelle operazioni di assistenza, individuazione di minori e altri soggetti vulnerabili, in tutte le fasi relative agli aspetti sanitari e  all’orientamento legale sullo status giuridico collegato alla loro esistenza in Italia,  e per tutte le circostanze del loro inserimento in strutture ospitanti; Ciò – aggiungono – in modo che non si perseguano più logiche securitarie, ma, attraverso la promozione di una cultura del rispetto dei diritti umani di tutte e di tutti e della libertà di movimento, si intraprendano i percorsi, peraltro già tracciati dalla normativa esistente, di una accoglienza effettiva e non reclusiva”.

Un altro interrogativo che Sturniolo e Lo Presti girano al Sindaco riguarda il “mancato intervento sui “non luoghi” (tendopoli del Palanebiolo, spazi adibiti nella ex caserma Gasparro) dove i migranti vivono in stato di semi-detenzione  e che si trovano molto al di sotto degli standard minimi di accoglienza stabiliti dalla normativa italiana, europea e internazionale (la concentrazione di centinaia di persone, le condizioni di insalubrità, di promiscuità e il prolungarsi  del tempo di permanenza in essi, costituiscono una contraddizione inaccettabile con le finalità stesse dell’accoglienza, e il retaggio di una mentalità da superarsi)”.

Accorinti deve rispondere anche, secondo Sturniolo e Lo Presti, “dell’insufficiente intervento del Comune di Messina in soccorso dei minori stranieri non accompagnati, che determina lungaggini nelle procedure causando lunghe attese in strutture-ponte prima della sistemazione in Sprar (Sistema di Protezione per i Richiedenti Asilo e Rifugiati) o comunità per i minori”.

Lo interrogano anche in merito alla “mancanza di un servizio di orientamento giuridico che abbia la finalità di evitare forme di sfruttamento che si sono già verificate nei confronti di donne, uomini e bambini in transito dalla stazione di Messina verso altri Paesi europei”.

Infine, i consiglieri Sturniolo e Lo Presti, vogliono che il Sindaco valuti “l’opportunità di potenziare, ai fini dell’assistenza ai migranti, l’area detta ex Magazzini generali, nei pressi della già esistente struttura denominata Casa di Vincenzo, e  altre strutture similari nella stessa area”.

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