Mense scolastiche. Il Comune quasi come Sherwood: c’è un Robin Hood che “ruba” ai poveri per dare ai poveri

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C’è un Robin Hood alternativo che si aggira nei corridoi di Palazzo Zanca: ruba ai poveri per dare ai poveri. Il suo ultimo atto riguarda il delicato settore delle mense scolastiche, ancora fermo con le quattro frecce nelle caotiche vie burocratiche del Comune.

Come si è appreso ieri, durante la protesta dei dipendenti che servono i pasti a migliaia di alunni delle scuole cittadine, il bando per l’affidamento del servizio si trova ancora sulla scrivania del ragioniere generale Antonio Cama che non ha ancora dato l’ok per l’impegno di spesa. Eppure i soldi ci sono: lo scorso 8 febbraio il dirigente Salvatore De Francesco ha firmato la determina con 1 milione e 300mila euro pronti ad essere investiti per far ripartire il servizio mensa.

E qui entra in scena il nostro Robin Hood che preleva 400mila euro dal gruzzoletto destinato alle mense e li dirotta per il concordato di Messinambiente, presentato dal Comune in Tribunale per scongiurare il rischio fallimento della società partecipata che gestisce i rifiuti.

Una manovra che ha bloccato l’iter per l’affidamento del servizio di refezione scolastica, lasciando 50 dipendenti senza lavoro e costringendo i genitori degli alunni ad intervenire autonomamente per assicurare un pasto ai figli.

Va sottolineato che l’atto è legittimo, ciò che invece risulta discutibile è l’opportunità di stornare un’ingente somma, destinata ai bambini, per coprire i debiti di Messinambiente.

Andrea Castorina

 

 

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