L’addio al veleno di Eller: “Mi hanno fatto mettere una camicia di forza mentale”

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Luca Eller se ne va e lo fa sbattendo la porta al termine di una mattinata paradossale. Questa volta nessun tweet, nessun post su facebook, Eller chiama a raccolta i giornalisti per annunciare le proprie irrevocabili dimissioni da assessore al bilancio, al patrimonio e al personale a partire dal prossimo 10 febbraio.

Spilla del Partito Democratico all’occhiello e block notes in mano, l’amministratore toscano legge le motivazioni, scritte di proprio pugno, che lo hanno spinto a questa decisione. Qui subentra il paradosso, perchè durante la conferenza stampa che si è svolta a in Sala Giunta il sindaco, Renato Accorinti, ha detto di non conoscere ancora i motivi della decisione di Eller ma soprattutto di avergli telefonato per ben trenta volte nelle ultime 24 ore, senza ricevere alcuna risposta.

A distanza di circa venti metri, cioè nel corridoio nei pressi del bar di Palazzo Zanca, l’ormai ex assessore replica in questo modo al sindaco: “Il problema non è la telefonata del giorno prima, certe cose vanno fatte e capite per tempo. Fin dal mio insediamento ci sono stati dei confronti all’interno dell’amministrazione per capire in che direzione muoversi, ultimamente questa direzione non è più la mia. Io ho accettato di buon grado l’invito del consigliere Rella a partecipare all’incontro con Stefano Fassina, ma non posso accettare che vengano fatti questi attacchi violenti ed offensivi nei confronti di un partito, come il Pd, che lo sento parte integrante della mia persona”.

Inevitabile il riferimento alla manifestazione di sabato scorso a piazza dell’Unione Europea, su cui Eller sferra un duro attacco a tutto il mondo accorintiano: “Non ho condiviso lo spirito di quella iniziativa – ha dichiarato Eller – io avevo chiesto al Sindaco un confronto affinchè si creassero le condizioni di governabilità. Ma ho notato, nelle persone che sono vicine al primo cittadino e quindi sono altrettanto responsabili di certe azioni, delle pericolose derive estremistiche, piazzaiole e barricadere, che non aiutano il confronto e non promettono nulla di buono. Io sento delegittimato il mio lavoro, quindi lascio libera la giunta di perseguire la linea che reputa opportuna e con chiunque venga considerato vicino. Io riconquisto la mia libertà d’espressione che mi era stata negata per via del mio ruolo tecnico, ma anche per via di una camicia di forza mentale che mi hanno fatto indossare”.

Quindi lo stesso Eller spiega come questa rottura non sia maturata nelle ultime 72 ore, ma parte da lontano: “Si è conclusa la fase del soccorso, il mio ruolo deve volgere al termine. Sono mutate le condizioni rispetto al mio insediamento, che risale all’aprile 2016, c’era maggior coesione d’intenti, una visione politica comune all’interno della giunta e tra gli assessori, situazione che adesso non trovo più. Io ho rinunciato alla mia appartenenza politica per mettere al servizio di questa esperienza la mia capacità tecnica, ma questa non è più una giunta civica”.

Antonio Macauda

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