Infrastrutture, Armani: “Messina è l’esempio di ciò che non si deve fare”. E sul Ponte non si pronuncia

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“Messina è il chiaro esempio di come la politica delle opere pubbliche non debba funzionare. Questa regione è piena di infrastrutture mai finite o completate dopo decenni per dare occupazione e pensare al grande appalto”. Ha esordito così Gianni Armani, presidente dell’Anas, intervenuto questo pomeriggio al Palacultura in occasione del convegno “Il Futuro della Sicilia: Infrastrutture, Territorio e Mobilità”, evento voluto dalla Fondazione Costruiamo il Futuro e dai deputati  di Alternativa Popolare Bruno Mancuso , Vincenzo Garofalo e  Nino Germanà.

Un’analisi impietosa che lascia poco spazio ad ulteriori riflessioni sulle condizioni delle infrastrutture e del trasporto pubblico regionale ed in particolare messinese. E Armani ha dimostrato di conoscere bene il nostro territorio, tirando in ballo lo svincolo di Giostra come esempio di ciò che non si deve fare. “L’opera è ormai in via di completamento – ha spiegato -. L’Anas ha impiegato sette anni per sbrogliare una matassa che vedeva coinvolti vari Enti. E’ una storia che non si deve ripetere”.

E per non ripetere più gli errori del passato, secondo Armani, la tanto discussa fusione tra Cas e Anas è un passaggio obbligato. “Si darebbe vita ad unico soggetto che gestirebbe ben 700 chilometri di strade. L’infrastruttura non è fatta solo di acciaio e cemento, ma soprattutto da un apparato gestionale efficiente. Anas è una società statale senza autonomia finanziaria, il Cas ha una situazione costituzionale complicata. Mettere insieme le due strutture significherebbe creare il secondo gestore autostradale d’Italia e attirare i mercati internazionali”.

Una posizione fortemente supportata dall’assessore regionale Infrastrutture e Trasporti, Giovanni Pistorio. “Si tratta di un percorso diverso e innovativo. Attualmente il Cas è chiamato a svolgere una funzione che va oltre le sue possibilità. Con difficoltà il Consorzio ha gestito gli interventi propedeutici al G7 di Taormina visto che il Governo ha lasciato tutto nelle mani della Regione. Un unico concessionario pubblico è una intuizione felice che aprirebbe ad una nuova sinergia in cui la Regione avrebbe comunque maggioranza nell’organo di gestione”.

E Pistorio, sulla questione, non ha perso l’occasione per bacchettare l’Ars. Nelle scorse settimane, infatti, la commissione Bilancio ha bocciato la proposta. Ma il presidente dell’Assemblea Regionale, Giovanni Ardizzone (presente ai lavori) ha annunciato di voler convocare una Conferenza dei capigruppo per riaprire la discussione”.

Inaspettatamente, considerando l’argomento alla base del convegno,  la parola Ponte sullo Stretto è stata pronunciata in ritardo. L’incontro del Palacultura è servito agli esponenti politici locali e regionali per ribadire l’importanza dell’opera. “Messina deve scegliere – ha detto Pistorio -, può riaprirsi al Continente ed investire su un nuovo modello di sviluppo economico”. A fargli da eco il senatore Bruno Mancuso, i rappresentanti degli Ordini Professionali, l’ex ministro D’Alia e lo stesso Vincenzo Garofalo che ha bacchettato l’amministrazione comunale. “Non è mai presente quando si parla di infrastrutture”.

Ma sulla questione Ponte, la tanto attesa presa di posizione di Gianni Armani non è arrivata. “Prima di parlare dell’opera, servirebbe discutere di infrastrutture intermodali, strade e ferrovia. Senza un’adeguata logistica non ci sarà sviluppo di alcun tipo”.

Andrea Castorina

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