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I programmi di Scoglio che dice: “Messina è tornata al 1967, io so cosa fare”

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GianfrancoScoglioIl suo motto è “So cosa fare per Messina”: si presenta così Gianfranco Scoglio, candidato sindaco di Nuova Alleanza che ha definito e illustrato il programma elettorale. Tante idee, alcune da attuare subito, altri sono progetti che attendono finanziamenti ma di sicuro è la sua eredità dopo la chiusura della giunta Buzzanca per dimissioni dell’ex primo cittadino. E Scoglio chiarisce subito a chi chiede perché alcuni progetti non sono stati fatti prima: “Io ero assessore allo Sviluppo Economico, ho fatto tanto, giudicatemi per la riqualificazione della Chiesa Santa maria Alemanna, per il lungomare di Santa Margherita, per Forte Ogliastri, per l’Istituto Marino di Mortelle, per i progetti che hanno ricevuto i fondi richiesti e non per quelli che non erano di mia competenza, oggi mi presento candidato sindaco perché non farò l’assessore per nessuno”. Questi i punti principali del programma: la riorganizzazione dell’apparato burocratico del Comune con la valorizzazione del personale, la liberazione della rada San Francesco nei Trasporti con lo spostamento del traffico veicolare delle auto al molo Norimberga e per i tir al nuovo porto di Tremestieri, per l’Igiene la progressiva esenzione della Tares per i residenti che provvederanno direttamente al conferimento nei Centri di raccolta, per il Sociale la proposta di una Casa della Salute all’ex ospedale Margherita e il passaggio dall’affidamento su appalto dei servizi all’accreditamento presso le strutture residenziali e delle imprese sociali per l’assistenza domiciliare e per i servizi alla personale, l’affitto di appartamenti a canone concordato per le famiglie o coppie di fatto in stato di disagio, agevolazioni sulla tassa di occupazione suolo per i commerciali che utilizzino arredi provenienti dal riciclo dei rifiuti, incentivi fiscali per i proprietari di aree agricole dei villaggi. Spazio poi ad Ambiente e Verde con l’idea di siglare una convenzione con l’azienda Foreste per la manutenzione. E poi i “grandi progetti” a cominciare dal Messina 2020, approvato di recente dal Consiglio comunale, il nuovo Piano regolatore generale che vada avanti come “Piano delle demolizioni e della rigenerazione urbana”, la sdemanializzazione delle aree portuali e militari, il Piano particolareggiato di recupero delle zone ex Zis, la Città della Scienza, il recupero del Parco ferroviario e la Via del Mare, il diportismo, il sistema turistico Ganzirri-Capo Peloro-Mortelle-Tono-Orto Liuzzo, San Saba-Rodia, Acqualadrone e i villaggi collinari affidando spazi in concessione a privati; per lo Sport la proposta è di unificare le due squadre di calcio alla società Polisportiva Messina e conferire l’utilizzo degli impianti del San Filippo e con procedura pubblica coinvolgere privati per realizzare in quelle aree un Centro direzionale, commerciale, culturale, riabilitativo e ricreativo. Scoglio ha voluto dire la sua pure sul Ponte: “Batterò i pugni sui Tavoli romani, mettono in liquidazione la Stretto di Messina e nessuno parla, m’incatenerò al ministero delle Infrastrutture per capire se il progetto sia ancora eseguibile”. Per Scoglio l’economia messinese potrebbe ripartire subito con il Turismo e lo sfruttamento delle spiagge di Mortelle e Tono e la creazione di un Pacchetto ad hoc per coloro che giungono a Messina soprattutto non a bordo delle navi da crociera, il Polo Tecnologico e la Città della Scienza coinvolgendo investimenti privati e marchi universitari importanti e l’Edilizia con l’abbattimento delle strutture in pericolo e la loro ricostruzione senza aumento delle cubature. “Oggi siamo come nel 1967 quando Fava scrisse di Messina che aspettava il 27 e il Ponte, anche allora non si riuscivano a pagare gli stipendi”. @Acaffo

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