Fondi asilo. Tinaglia chiarisce i tempi del ritardo. Quell’ufficio soppresso

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Sull’impasse creato dal bisticcio di date venuto fuori dalla vicenda “fondi persi per asili nido”, impasse sul quale ieri ci siamo interrogati se, ad esempio, alla data di emanazione avviso fosse succeduta una proroga disposta dalla Regione, fa chiarezza la nota diramata qualche giorno fa da Alessandro Tinaglia (Reset) . Tinaglia, infatti, riporta il tutto alla data di pubblicazione sulla gazzetta Ufficiale del decreto regionale e non a quella di emanazione. Scrive: ” Leggendo la gazzetta ufficiale del 21 novembre, che riporta il bando della gara, scopriamo che l’art. 6 prevede che proprio dalla data del 21 novembre erano disponibili 60 giorni e che dunque il bando scadeva il 20 gennaio alle ore 13,30. Vale a dire lo stesso giorno nel quale la giunta aveva esitato la delibera per consegnarla al dirigente poiché “pensava” allora, ma ieri lo riafferma con violenza, che ci sarebbero stati ben 10 giorni per predisporre e presentare istanza e relativa documentazione”.

Una confusione di date, dunque, come si è detto ma, prima o dopo che fosse la scadenza, è certo che non è stata rispettata dal Comune di Messina. E poi, un ufficio comunale attento, sulla scorta di un decreto emanato il 22 ottobre sul sito della Regione, se pur ufficialmente pubblicato un mese dopo, non predispone già le azioni necessarie per la presentazione dell’istanza utile ad accedere ai fondi? Forse, alla mancata programmazione ha  nuociuto la soppressione dell’Ufficio Programmi complessi, decisa dalla giunta Accorinti, ufficio che tra le funzioni, come scrissero, per chiederne il ripristino, i consiglieri comunali, Piero Adamo, Daniela Faranda e Libero Gioveni: “Aveva l’obiettivo di essere uno sportello per lo sviluppo sostenibile, rispondendo alla richiesta di nuove competenze e conoscenze per la partecipazione ai diversi bandi nazionali e comunitari, affrontando con competenza le innovazioni imposte dai nuovi programmi di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile, con un’organizzazione flessibile. Costituito da personale selezionato in base alle specifiche competenze e professionalità il gruppo di lavoro era in grado di muoversi all’interno della macchina amministrativa con un’agilità impossibile ad altri consulenti esterni, valorizzando le competenze interne dell’amministrazione”.

 

Forse, con quell’ufficio ancora attivo, 80mila euro che potevano essere utili a ridurre le spese di gestione degli asili nido e, conseguentemente, la retta alle famiglie, non sarebbero andati in fumo.

 

 

 

 

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