Finocchiaro ( Megafono):”Limosani confonde l’Autorità portuale con il libro dei sogni dello Stretto”

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A sostegno delle dichiarazioni del presidente della Regione, Crocetta, che giudica distante dall’integrità regionale l’accorpamento di Messina a Gioia Tauro capofila nell’Authority dello Stretto, interviene il portavoce del movimento ” Il Megafono”, Massimo Finocchiaro, che replica al professore universitario Michele Limosani.
Il docente aveva dichiarato: “Le ragioni del governatore, ad un prima analisi e verifica, appaiono infondate, poco credibili e non conducenti. Agli occhi di molti esperti della mobilità e operatori della logistica, invece, la nuova authority appare la scelta più razionale per il sistema portuale della nostra città”. Limosani aveva anche giudicato insidioso il ragionamento del governatore, relativo alla possibile infiltrazione della ‘ndrangheta a Messina.

La replica di Finocchiaro:

“E’ strano leggere quanto affannosamente sta provando a spiegarci in queste ore il Professore Limosani, pro-Rettore dell’Universita’ di Messina, ancor più strano apprendere che lo stesso non dia alcun peso alla incostituzionalità del provvedimento del CdM visto l’articolo 21 comma 3 dello Statuto della Regione Siciliana, che obbliga il Governo a convocare il Presidente della Regione nel rango di Ministro per le determinazioni del caso.

Altrettanto interessante, e questo è il dato che più preoccupa perché vuol dire che non conosce il fenomeno e lo sottovaluta, e’ la sufficienza del Professsore Limosani nel trattare l’argomento mafie (dal mese di dicembre del 2015 e’ in corso, su disposizione del prefetto di Reggio Calabria, un accesso antimafia nel porto di Gioia Tauro. L’accesso, che viene eseguito da un gruppo interforze composto da polizia, carabinieri, Guardia di Finanza e Dia, ha lo scopo di accertare eventuali ingerenze della ‘ndrangheta nella gestione di imprese commerciali che operano nello scalo). Commentando le dichiarazioni del Presidente Crocetta, banalizzandole a mero campanilismo se non a razzismo, visto l’esempio che lo stesso riporta simulando una simile dichiarazione del Governatore Maroni sulla Sicilia.

Ma il tema fondamentale non è questo, il tema vero e’, chi decide cosa è perché ?

Impegnarsi tutti per creare la “Regione dello Stretto” descritta dal Prof Limosani, è un obiettivo ambizioso e affascinante, sul quale non si può che concordare.

Ma cosa centra l’Autorità Portuale con tutto questo? E soprattutto, cosa centra l’Autorità Portuale per come riformata (Presidente nominato direttamente dal Ministro, scomparsa del Comitato Portuale che aveva diritto di voto che viene invece sostituito da un comitato di gestione composto solo dai Sindaci ma a valenza meramente consultivo)?

Per creare un’unica regione economica, e su questo il Prof. Limosani non potrà che essere d’accordo, è indispensabile che tutte le diverse aree vengano interconnesse e collegate logisticamente; serve inoltre un’unica programmazione trasportistica regionale e interregionale.

Tutto questo non è certamente compito di una Autorità Portuale a cui la legge affida unicamente il compito di svolgere i seguenti compiti:

a) indirizzo, programmazione, coordinamento, regolazione, promozione e controllo anche mediante gli uffici territoriali portuali secondo quanto previsto all’articolo 6 bis, comma 1, lettera c), delle operazioni e dei servizi portuali, delle attività concessorie di cui agli articoli 16, 17 e 18 e delle altre attività commerciali ed industriali esercitate nei porti e nelle circoscrizioni territoriali. All’autorità di sistema portuale sono altresì conferiti poteri di ordinanza, anche in riferimento alla sicurezza rispetto a rischi di incidenti connessi alle attività e alle condizioni di igiene sul lavoro ai sensi dell’articolo 24;

b) manutenzione ordinaria e straordinaria delle parti comuni nell’ambito portuale, ivi compresa quella per il mantenimento dei fondali;

c) affidamento e controllo delle attività dirette alla fornitura a titolo oneroso agli utenti portuali di servizi di interesse generale, non coincidenti né strettamente connessi alle operazioni portuali di cui all’articolo 16, comma 1, individuati con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;

d) coordinamento delle attività amministrative esercitate dagli enti e dagli organismi pubblici nell’ambito dei porti e nelle aree demaniali marittime comprese nella circoscrizione territoriale;

e) amministrazione in via esclusiva delle aree e dei beni del demanio marittimo ricompresi nella propria circoscrizione;

f) promuove forme di raccordo con i sistemi logistici retroportuali e interportuali

Quindi l’Autorità Portuale ha compiti di gestione e programmazione delle infrastrutture portuali, al servizio degli Operatori e dei flussi di merci.
Cosa centra tutto questo con i meravigliosi scenari prospettati dal Prof. Limosani e da altrettanti autorevoli esperti che lo stesso non menziona?

Il punto focale, che però non viene mai affrontato, è che oltre il 95% delle merci che entrano ed escono dai porti messinesi provengono e sono dirette alla Sicilia (non alla Calabria) e oltre il 75% proviene o è diretta alla Sicilia Orientale.

Per creare veramente la regione dello Stretto di Messina, occorre un’Agenzia per la gestione della Mobilità che sia in grado di sovrintendere e regolare i flussi di persone e merci attraverso lo Stretto di Messina, integrando così in modo concreto i due territori, mentre per lo sviluppo dei traffici portuali occorre agganciarci all’Autorità Portuale della Sicilia Orientale, area da cui provengono e verso cui sono dirette la stragrande maggioranza delle merci che ad oggi passano da Messina, e che domani potrebbero “cambiare rotta”.

Che senso ha unirsi con Gioia Tauro, porto ormai da anni in forte declino (i traffici containers hanno preso strade diverse e Gioia Tauro perde circa 400.000 container a anno), e soprattutto perché’ alimentare l’aria del sospetto che il Presidente difenda posizioni di imprese ed imprenditori messinesi quando lo stesso potrebbe valere per chi sostiene l’idea Gioia Tauro che e’ gestito da un unico operatore che ha una concessione cinquantennale che copre praticamente la stragrande maggioranza del Porto?

Non credendo nè all’una, nè all’altra ipotesi, ma essendo sempre più convinti che una politica sana si confronti unicamente negli interessi generali della comunità che rappresenta, su dati inconfutabili e non su ipotetici programmi di sviluppo, vorremo capire se la posizione del Prof. Limosani di vedere l’accorpamento e la sede della nuova Autorità Portuale del Mar Tirreno meridionale (che solo noi chiamiamo dello Stretto) con Gioia Tauro rispecchia quella di tutto l’Ateneo messinese o debba essere registrata a titolo personale”.

 

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