Eller sente “tanfo di mafia” e l’Orsa lo invita a pensare ai bilanci

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ellerQuanto pudore… Non molti mi hanno ben spiegato come funziona veramente in #‎Sicilia‬, e specie a ‪#‎Messina, la ‪#mafiamaledetta‬… ma il tanfo lo sento comunque… i profumi francesi e le varie ciprie non riescono a coprire il lezzo che ammorba l’aria… è l’odore del marciume e della morte fatta di disoccupazione, saracinesche che chiudono, salari che non si pagano, disperazione sociale, disastro economico… eppure la #SiciliaVivariuscirà a prevalere!

Questo il messaggio pubblicato ieri sera dall’assessore al Bilancio Luca Eller sul proprio profilo Facebook. Parole forti, forse figlie dei soliti stereotipi e pregiudizi da cui è affetto chi abita nelle regioni settentrionali. Un’uscita per certi versi simile a quella dello stesso sindaco Accorinti che due anni fa, durante una riunione all’Ars, esclamò: “In questo palazzo c’era puzza di mafia e continua a esserci”.

E’ innegabile: a Messina non funziona quasi niente, ma la mafia è altra cosa. Anche il suo “tanfo” è nettamente diverso da quello della disoccupazione, delle saracinesche che chiudono, dei salari che non vengono pagati o del disastro economico.  La mafia esiste ci mancherebbe, ma generalizzare è inutile e pericoloso. L’unico tanfo che Eller può sentire girando per la città è quello provocato dalla mancata raccolta dei rifiuti. Sarebbe opportuno che si concentrasse  a “fiutare” la strada giusta per l’approvazione del Previsionale, evitando inutili generalizzazioni. Troppo comodo etichettare ogni criticità con la parola “mafia”.

Intanto, il sindacato Orsa ha ritenuto opportuno replicare alle dichiarazioni di Luca Eller attraverso una nota stampa di Mariano Massaro.

In verità nel profondo sud non sentivamo il bisogno dell’ennesimo oriundo salva-sicilia che giunge sul territorio per impartire lezioni di civiltà agli indigeni sottomessi dalla mafia; passando da qui, pagati con i soldi dei siciliani, ci avete detto di tutto: cloaca, verminaio, mafiosi… per esaltare all’inverosimile la missione di civilizzazione che la politica territoriale vi affida dichiarando implicitamente la propria incapacità a gestire la cosa pubblica. La pochezza dei nostri amministratori vi permette di apparire eccellenze che emergono nel mare della triste mediocrità ma questo non le consente di proferire giudizi gratuiti sul popolo siciliano. Derubricare l’elemento  disoccupazione a un fenomeno conseguente alla mafia è un banale scaricabarile, la mafia si nutre proprio della disoccupazione causata dalla politica inetta e collusa, associare all’immagine di Paolo Borsellino le sue parole che pesano come macigni sulla nostra storia e sulla dignità di siciliani è profondamente offensivo, un atto di auto-celebrazione indecoroso che si allinea alla politica della tronfia giunta comunale messinese, avvezza all’autoreferenzialità, alla propaganda, agli annunci che non corrispondono ai fatti. Lei è pagato con risorse pubbliche per parlare con i fatti che al momento languono, il suo esordio scenografico non ci tranquillizza affatto, le foto al fianco dei bidoni dei rifiuti, le felicitazioni per un’operazione ai limiti del monopolio che concentra il servizio essenziale di trasporto marittimo della Sicilia nelle mani del solo gruppo imprenditoriale SNS (Franza – Morace); trasmettono l’esigenza vanesia di apparire più della capacità di risolvere. Esimio assessore, prima di perdersi in dichiarazioni su facebook che lasciano spazio a interpretazioni, pensi a risolvere i problemi per cui i messinesi la pagano, dimostri che il Comune non è al dissesto come pochi illuminati denunciano da anni, risani i tristi bilanci evitando di caricare di tasse i cittadini, garantisca gli stipendi puntuali ai lavoratori comunali e delle partecipate, procuri le risorse economiche per  rendere civili i servizi essenziali. Auspichiamo vivamente che i suoi progetti di risanamento non naufraghino con l’ammissione di fallimento, com’è successo al suo predecessore e a lei stesso che ha concluso la sua avventura di assessore al bilancio del Comune di Sesto Fiorentino presentando le dimissioni il 20 luglio 2015 per tristi equilibri di partito interni al PD. 

Sappia che per questo popolo immerso nel “tanfo e nell’odore di marciume” lei al momento è un costo più che una speranza, una spesa che si aggiunge alla lista dei superesperti con i quali la giunta Accorinti, in preda a crisi di esterofilia, pensa di risolvere gli annosi problemi di Messina. Attendo di apprendere al più presto di un suo programma credibile volto a dimostrare con i fatti che il Comune di Messina può evitare il default, il tempo a disposizione è pochissimo, fossi in lei, mi concentrerei più nello studio dei bilanci e meno nella cura dell’immagine, anche perché se i fatti non dovessero corrispondere agli annunci, lei sarebbe annoverato fra “i profumi francesi e le varie ciprie che non riescono a coprire il lezzo che ammorba l’aria” a cui Accorinti si è affidato per vivacchiare sulla poltrona da sindaco sempre più instabile, maldestramente rattoppata per grazia ricevuta dagli antichi avversari politici.

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