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Consiglieri a Signorino: «Attacco a Pd e Consiglio comunale irrispettoso e offensivo»

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municipiomessinaPaolo David, Giuseppe Santalco, Nicola Cucinotta, Daniele Zuccarello, Claudio Cardile, Donatella Sindoni, Carlo Cantali rispondono alle dichiarazioni del vicesindaco Guido Signorino circa il dibattito sorto a seguito della mancata approvazione del debito fuori bilancio nei confronti dell’Ato Me3 e di quanto espresso dallo stesso nei confronti del Pd.

«Al vicesindaco Guido Signorino e all’esecutivo comunale ˗ scrivono, in una nota, i consiglieri ˗ domandiamo: Cosa avete fatti sinora? Avete galleggiato sul motivo delle pecche di quelli che c’erano prima». La risposta a questo quesito ˗ proseguono ˗ «sta nell’insoddisfazione che sfiora l’esasperazione delle persone, delle famiglie, delle imprese».

Entrando nel vivo della questione, i consiglieri aggiungono: «Il duro attacco di Signorino nei confronti del Consiglio Comunale e nei confronti del Pd è ingeneroso perché, pur nella vivacità della dialettica politica, l’Amministrazione è stata sostenuta con una presenza in Aula sufficiente prima ancora che il voto. Questo dato, fattualmente e storicamente inconfutabile, non è sfuggito ad alcuno. I consiglieri sono chiamati ad assumersi responsabilità che esulano dal mandato ad essi conferito dagli elettori. E in nessuna deontologia, nessuna morale e nessun codice di onestà intellettuale, in nessuna prassi è prevista la clausola di adesione-obbedienza a ritardi infiniti preceduti da errori vistosi. La misura è colma. “Anche il limite ha una pazienza”, direbbe il principe Antonio De Curtis. Questa è la verità che non accetta Guido Signorino. Ad inquietare è che un accademico come lui ritenga una foglia di fico la intempestività dei provvedimenti e la contrarietà dei pareri dei Revisori».

E concludono: «I consiglieri del Pd non sono i soli a testimoniare disagio e critica dinnanzi a una palese inconcludenza gestionale e amministrativa. L’istanza di cambiamento di Messina è stata delusa da Accorinti e Signorino».

Anche il consigliere comunale Angelo Burrascano si rivolge al Vicesindaco con toni duri: «Evidentemente Lei non ha ben chiaro che le funzioni di Consigliere comunale non si limitano solo alla partecipazione delle sedute dell’organo cui appartiene ma contemplano lo svolgimento di tutta una serie di attività individuali di carattere propulsivo, conoscitivo e di controllo. L’astensione è una manifestazione della volontà».

«Ritengo ˗ precisa Burrascano ˗ sia irresponsabile il Suo comportamento accusatorio, offensivo e irrispettoso nei confronti di un organo pubblico rappresentativo legittimamente insediato, il quale non può essere “tirato per la giacca”, piegato e umiliato solo per asservire le logiche e i voleri dell’Amministrazione, votando  per “atto di fede” un debito di circa 12 milioni di euro».

«Se Lei automaticamente addita e tratta alla stregua di un reprobo o di un reietto il politico che legittimante dissente utilizzando gli strumenti forniti dalle istituzioni, evidentemente, il Suo modo di intendere la politica evidenzia un chiaro deficit di democrazia difficilmente colmabile».

«Le espressioni da Lei usate hanno il solo scopo di indurre i cittadini a pensare che il sottoscritto – unitamente agli altri Consiglieri – diserterebbe l’aula per sottrarsi alle proprie responsabilità pensando esclusivamente ai propri interessi e non a quelli della cittadinanza che lo ha eletto».

«Entrando nel merito della vicenda del debito fuori bilancio nei confronti dell’Ato Me3, mi preme sottolineare come tale delibera sia stata sottoposta alla commissione in maniera assolutamente anomala, senza che quest’ultima abbia avuto la benché minima possibilità di approfondire le tematiche con dovuta cognizione di causa, poiché presentata solo un giorno prima del voto».

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