Asili nido, Gioveni: ” Sono servizi obbligatori per legge”

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“Diminuire i costi della compartecipazione del servizio di mensa scolastica, estrapolando gli asili nido dai servizi a domanda individuale, considerandoli quindi , in base a dei precisi riferimenti normativi esistenti,“servizi obbligatori per legge”.

Torna alla carica il consigliere comunale Libero Gioveni, sempre più convinto, e con norme alla mano, ieri in commissione, ha presentando all’assessore alla pubblica istruzione Federico Alagna,
questa sua proposta durante un breve dibattito sul mancato avvio del servizio di mensa scolastica.

Gioveni ha elencato dettagliatamente ad Alagna le norme di riferimento, a suo dire inequivocabili:

.Legge n. 146 del 12 giugno 1990 ( sono considerati servizi pubblici essenziali, per quanto riguarda l’istruzione, gli asili nido) sostenuta dall’Accordo Nazionale del 15 gennaio 2012 della Commissione di Garanzia del l’attuazione della Legge sullo Sciopero nei servizi pubblici essenziali all’art. 7

.Legge n. 42 del 5 maggio 2009 ( per i Comuni sono da considerare funzioni essenziali quelle di istruzione pubblica ivi compresi i servizi per gli asili nido)

.Legge Delega Federalismo Fiscale del 2011 ( funzioni fondamentali per Comuni e Province: funzioni di istruzione pubblica, compresi asili nido)

.Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013 ( la diffusione sul territorio degli asili nido rappresenta una delle componenti essenziali nell’attuazione delle politiche volte alla conciliazione degli impegni casa-lavoro).

L’assessore Alagna, a sostiene Gioveni, si è impegnato formalmente in Commissione a girare questi riferimenti normativi alla collega di Giunta Nina Santisi per capire se sarà possibile sfruttare questa possibilità.

“Riuscendo invece ad estrapolare (e quindi a svincolare) gli asili nido da questa tipologia – prosegue Gioveni – si spianerebbe la strada verso un risparmio nella gestione dei servizi e per le tasche delle famiglie, aprendo di riflesso altri canali di finanziamento extracomunali per l’assistenza all’infanzia. La conseguenza di questa operazione, quindi – conclude il consigliere – sarebbe
quella di poter avere dei costi inferiori di compartecipazione per le famiglie, sia per le necessarie e tanto attese mense scolastiche, sia per altri servizi a domanda individuale.”

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