Appello del presidente del teatro V. E. alla Regione: «Paghiamo gli stipendi ai dipendenti»

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Teatro Vittorio Emanuele Messina «Torno a sollecitare un suo prezioso intervento per ottenere il pagamento degli stipendi di luglio e agosto 2012 dei dipendenti di questo ente, che versano in uno stato di profondo disagio, di cui – sono certo – Lei è solidalmente partecipe». Così Luciano Ordile, presidente dell’Ente autonomo regionale Teatro di Messina, rivolge il suo appello alla Regione Siciliana affinché venga consentito il pagamento delle ultime due mensilità ai lavoratori, secondo una richiesta inviata a Palermo già lo scorso 18 luglio. Nella sua istanza, rivolta all’assessore al Turismo, Daniele Tranchida, Ordile ribadisce: «La situazione dei dipendenti ormai è obiettivamente insostenibile, dati i molti impegni che, come si può immaginare, ognuno di loro deve mantenere». Il presidente dell’E.a.r. Teatro di Messina ha scritto anche al direttore generale dell’assessorato al Turismo, Marco Salerno, al quale ricorda come quest’ultimo fosse già stato informato del fatto che era stata chiesta l’anticipazione di una quota della seconda semestralità del contributo relativo al 2011 per far fronte alle competenze del personale e relativi oneri, con riferimento ai mesi di luglio e agosto 2012. A tal fine era stato allegato il prospetto elaborato dall’Ufficio paghe, in cui risulta quantificato l’ammontare delle due mensilità per più di 399.000 euro complessivi. Luciano Ordile, che nel suo appello ha coinvolto anche l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, chiede inoltre la vicinanza delle forze politiche. «Credo fortemente – conclude – che la causa della cultura sia una causa comune. Lo diventa ancora di più quando, come in questo caso, è messa in discussione la situazione sociale ed economica di dipendenti che lavorano in un Ente che mai ha avuto bilanci in rosso. A loro va la mia più grande solidarietà e la conferma dell’impegno, mio personale, del consiglio di amministrazione e del sovrintendente affinché si superi nel migliore dei modi questa attuale, difficile, fase».

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