Porti, Garofalo: “Gioia Tauro in deficit? Non risulta dagli atti ufficiali”

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Vincenzo Garofalo interviene a ventiquattro ore di distanza dalla seduta del Consiglio comunale che ha visto protagonista il presidente della Regione Rosario Crocetta sull’ormai nota riforma delle Autorità portuali.

“La mia opinione in merito alla opportunità di procedere all’accorpamento dell’autorità portuale di Messina con quella di Gioia Tauro, in alternativa alla ipotesi di accorpamento con Catania e Augusta, è nota dal momento che è stata espressa già un anno e mezzo fa e, da allora, non è mai cambiata visto che, di norma, se prendo una posizione lo faccio solo dopo avere attentamente e adeguatamente valutato e studiato costi e benefici delle alternative in campo.  Come più volte ripetuto in altre sedi – precisa Garofalo – anche recentemente,  gli accorpamenti sono stati disegnati sulla base del piano dei porti dal quale non si può prescindere se non si vuole tralasciare una visione di sistema.  Anzi, proprio in qualità di esperto dell’allora ministro Lupi, pressai affinché ogni nuovo disegno venisse effettuato sulla base del piano dei porti e avendo il piano come presupposto indefettibile, proprio in una chiave integrata e strategica”.

Il  sistema – continua il deputato di Ncd –  è stato immaginato inserendo porti con peculiarità diverse in modo che ciascuno possa esprimere al meglio le proprie potenzialità. Scollandosi da un’ottica campanilistica, quindi, e guardando ad una prospettiva macroscopica e non microscopica, la scelta di accorpamento con Gioia Tauro appare la più vantaggiosa per Messina perché  i porti collegati non hanno una vocazione commerciale né croceristica, né è presumibile che la sviluppino in una logica di sinergia con Messina, rafforzando al contrario la funzione passeggeri e la continuità territoriale anche in rapporto alla presenza dell’aeroporto Tito Minniti.  Di contro Catania e Augusta sono invece in diretta concorrenza con Messina/Milazzo per il traffico croceristi, Ro-Ro e petrolio. Soprattutto Catania che ha una più consolidata presenza commerciale e insiste sul medesimo territorio da un punto di vista logistico”.

“D’altro canto – continua la nota stampa –  è naturale che il porto di Messina guardi verso la penisola non verso l’isola dal momento che con la penisola si relaziona quotidianamente. Quanto poi alle preoccupazioni relative al fatto che il bilancio dell’autorità di Gioia Tauro sia in deficit, questo non risulta dagli atti ufficiali ovvero dal Piano strategico nazionale della portualitá e della logistica.  A prescindere da questo, comunque, nel provvedimento definitivo andranno di certo previste delle misure volte a vincolare l’impiego delle risorse ai territori che le producono. Ribadisco ancora una volta che io per primo,  in qualità non solo di parlamentare ma anche di vicepresidente della commissione trasporti della camera dei deputati e di ex consulente dell’allora ministro alle infrastrutture Maurizio Lupi, mi ero pronunciato a sostegno del mantenimento dell’autonomia dell’autorità portuale di Messina. La nostra autorità portuale, infatti, ha una posizione strategica unica per contesto geografico ed è un indubbio terminale per una delle migliori espressioni del trasporto moderno e integrato qual è quello delle autostrade del mare. In sintesi:  rappresenta una vera e propria cerniera tra il sistema del Tirreno meridionale e quello del mare di Sicilia orientale e dello Stretto. Tuttavia, non essendo percorribile questa ipotesi, alla luce dell’esperienza che ho come ex presidente dell’autorità portuale, una volta decisi gli accorpamenti, ritengo che questi vadano effettuati secondo una logica di sistema che sia la più vantaggiosa per la nostra città e questa a mio avviso lo è”.

“In merito alle voci su una mia eventuale designazione a presidente dell’autorità portuale di Gioia Tauro, infine, concludo dicendo che nessuna proposta mi è pervenuta in merito né la mia candidatura è stata argomento di discussioni all’interno del mio gruppo politico”.

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