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Calabrò su Santalco: “La mia lista non ha più senso”

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Il nuovo assetto politico del Consiglio comunale è ormai prossimo a definirsi. Dopo il passaggio di Francantonio Genovese, Forza Italia ha di fatto prosciugato il Pd, abbandonato nelle ultime ore anche dai consiglieri Contestabile, Sindoni e dalla stessa presidente Barrile. In Aula il colore predominante è sempre di più l’azzurro, e i già precari equilibri potrebbero saltare da un momento all’altro, mentre sullo sfondo rimane un bilancio da votare a tutti i costi entro l’anno che sta per terminare.

C’è però un’anomalia che ha reso meno traumatico il passaggio di alcuni ex Pd nella nuova barca guidata da Francantonio Genovese. Alcuni consiglieri hanno scelto di non abbandonare le vecchie liste nate due anni fa. Tra questi, vi è Giuseppe Santalco che è approdato in modo soft in Forza Italia. Santalco manterrà, infatti, la guida del gruppo “Felice per Messina” pronta a tingersi d’azzurro nonostante sia riconducibile alla figura del candidato sindaco alle scorse elezioni Felice Calabrò, che ha invece scelto di rimanere ben saldo in sella al Pd.

Un paradosso che suona come una beffa e lo stesso Calabrò non nasconde l’imbarazzo commentando l’astuta manovra di Santalco. “La lista Felice Per Messina – spiega – è sempre stata composta da moderati. Si tratta di un progetto politico ben definito e sviluppato attorno a un programma elettorale nato per le elezioni 2013. Solo in questa accezione può avere un senso. Gli ultimi sconvolgimenti in Consiglio mi hanno lasciato perplesso, l’utilizzo del gruppo e quindi del mio nome è ormai divenuto fuorviante. Io resto nel Pd e non farò altro, chiederò invece con garbo di rivedere la questione. Chi negli ultimi giorni ha fatto una chiara scelta di campo deve adesso completare l’opera fino in fondo. Felice per Messina non ha più senso di esistere in queste vesti”.

Felice Calabrò si rimboccherà quindi le maniche per avviare un’opera di rinascita di un Partito Democratico saccheggiato da più parti. In Consiglio comunale potrà contare su Cardile, Iannello e Russo, unici superstiti dopo l’onda azzurra cavalcata abilmente da Genovese e compari.

Andrea Castorina

 

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  1. Dimostra grande coerenza e dirittura morale. Si è finalmente reso conto che ha perso la campagna elettorale per sindaco di Messina soltanto a causa di Genovese che, col suo comportamento non da politico, ma da “campiere” dei Nebrodi, ha creato una frattura nel PD messinese al momento delle elezioni, volendo tagliare Quero dalla competizione elettorale, e perdendo di fatto le migliaia di voti che, giustamente, sono andati ad Accorinti. Altro che traditore, il vero traditore di Felice Calabrò è stato Genovese, questa è storia.
    Avrà i soldi, ma di politica non capisce un tubo!

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