vittorio emanuele2

Programmazione al V. E. I sindacati: «Attendiamo una convocazione che non è ancora arrivata»

Pubblicato il alle

4' min di lettura

vittorio emanuele2Slc Cgil, Uilcom Uil, Fials Cisal e Sadirs, lamentano di non essere stati chiamati in causa dall’Ente Teatro nel delicato processo che riguarda la future iniziative e le attività da programmare per e determinazioni che le SS.LL. in indirizzo pongono in essere, senza che vi siano stati i necessari passaggi relazionali con le parti sociali.

E intato continuano a rimanere in attesa che il Presidente convochi un incontro ˗ preannunciato, dicono, ma mai concretizzato ˗ che li renda partecipi. Fino a questo momento ˗ spiegano ˗  la loro presenza è stata richiesta solo per discutere argomenti secondari.

E in una nota chiariscono: «Dal 24 aprile scorso, giorno dell’insediamento del CdA, dal  successivo 21 maggio,  giorno della designazione del Sovrintendente ratificato a giugno dall’Assessore Michela Stancheris, completate le attribuzioni dei due incarichi di direttori artistici di musica e prosa il 9 giugno, ci si attendeva una convocazione, anche solo di natura “informale”, per riunire attorno a un tavolo tutti i soggetti, sindacati compresi, che devono relazionarsi nel rispetto dei propri ruoli, per favorire il riavvio delle attività e la risoluzione di tutte le annose questioni che da anni affliggono il teatro e tutti i suoi lavoratori».

Un modus operandi che i sindacati si augurano «sia solo frutto dell’inesperienza in materia di relazioni sindacali e che non sia la reale rappresentazione del nuovo corso del Vittorio».

«Ci si riferisce ˗ scrivono in una nota ˗ in particolare a tutta quell’attività, che “taluni” hanno svolto in questi ultimi mesi, atta ad intercettare i lavoratori precari, nella fattispecie quelli con la mansione di tecnici, auspicando che questi rinunciassero ai giusti ricorsi giudiziali promossi nei confronti dell’Ente per il riconoscimento dei loro diritti. “Suggerire” di costituirsi in cooperativa, con l’illusione di poter subito lavorare evidenzia come, approfittando del bisogno di lavoro, si perseguano strade che hanno il sapore di vecchi sistemi da prima repubblica. Dimenticano, i fautori di questa bizzarra iniziativa, che i lavoratori in questione hanno superato diverse prove tecnico/pratiche scaturite da selezioni a bando pubblico e sono conseguentemente stati inseriti, legittimamente, in una graduatoria assolutamente valida e vigente».

Stessa procedura, che chiamano di “abbordaggio”, ˗ proseguono ˗ «è stata varata di recente nei confronti dei professori componenti l’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele. Attraverso procedure poco consone e trasparenti, si è tentato di far passare come “l’unica soluzione” possibile per poter lavorare in teatro, anche qui attraverso una loro costituzione in cooperativa».

La nota continua: «Si vuole disconoscere, ad arte, che le graduatorie che annoverano i professori d’orchestra del Vittorio sono il frutto di numerose audizioni pubbliche che ne determinano diritti acquisiti, sui quali la magistratura si esprimerà in relazione ai numerosi ricorsi ed esposti presentati dagli stessi. Quest’oggi, sempre con procedure assolutamente discutibili, sono stati invitati i professori d’orchestra a partecipare a un incontro, nella sala Sinopoli del Teatro, per discutere sulla “Stagione musicale 2014-2015 e successive valutazioni e prospettive”».

I sindacati chiedono dunque che venga riconosciuto il loro ruolo istituzionale e diffidano chiunque a operare in difformità di norme e regole.  «Professionalità come quelle delle maestranze della sartoria ˗ aggiungono ˗, anche queste facenti parte di una graduatoria frutto di audizioni,  sono state, almeno per il momento,  dimenticate da simili proposte, così come sono escluse da ogni progetto d’attività lavorativa».

«Comprendiamo la delicatezza del momento che il Teatro e i suoi lavoratori attraversano, in un periodo in cui il finanziamento annuale risente della carenza di risorse economiche in cui versa la regione Sicilia. Lo organizzazioni sindacali hanno la responsabilità di comprendere i percorsi e la necessità di attuarli. Si aspetta e ci si augura che altri lo dimostrino con i fatti e non con i proclami». 

 

 

             

(115)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.