Ex Province. Lo sciopero si sposta a Palermo: incontro con Ardizzone

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Si sono dati appuntamento a Palermo tutti i dipendenti delle ex province regionali.

La manifestazione, organizzata dai sindacati e dal coordinamento delle Rsu di tutte le province, per dire no ai tagli del governo nazionale e chiedere alla Regione Sicilia di varare subito la legge di riordino di funzioni e competenze da assegnare ai nuovi Liberi consorzi, che hanno sostituito le nove Province siciliane con la legge di riforma approvata a marzo dello scorso anno.

L’adesione, per la provincia di Messina, secondo la Fp Cgil, è del 70%. Intanto, a Palazzo dei Leoni, continua l’occupazione a oltranza da parte dei precari che aspettano la proroga dei contratti, in scadenza il prossimo 30 giugno.

I manifestanti, dopo avere raggiunto in corteo Palazzo dei Normanni, sono stati accolto dal presidente dell’Assemblea regionale, Giovanni Ardizzone, che ha aperto l’incontro, dichiarando che “senza una forte interlocuzione della Regione con il governo nazionale non si va da nessuna parte”.

Mimma Argurio, della Fp Cgil, ha iniziato la discussione sulle problematiche dei dipendenti delle ex Province: “Grazie per averci invitato, per aver dato ascolto a questa grande manifestazione dei lavoratori delle province indetta da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Csa, ma siamo estremamente preoccupati per la situazione che ci rappresentate. Per noi la mobilitazione continua fino a quando non avremo risposte certe su funzioni, risorse e personale”.

“Il Presidente dell’Ars – raccontano Clara Crocè, segretario generale di Fp Cgil, e Francesco Fucile, segretario provinciale per gli enti locali Fp Cgil – ha assunto l’impegno che domani in sede di conferenza di capigruppo verrà posta attenzione del problema per addivenire all’approvazione di una legge di riforma ‎ entro il 31 luglio affinché gli Enti possano chiudere i bilanci di previsione. Che senso ha mandare in dissesto le province ha dichiarato il Presidente dell’Ars se dobbiamo approvare una legge di riforma? La Fp Cgil di Messina – concludono  Crocé e Fucile -mantiene lo stato di occupazione fino a quando non verrà adottata la delibera di prosecuzione dei contratti”.

 

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