“Non si finisce mai di imparare”. Il Nautico in gita ad Agrigento

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Cos’è una gita tra studenti? E’ divertimento, pausa dai banchi, cultura, aggregazione? Quella dell’Istituto Nautico di Messina, Caio Duilio – ad Agrigento pochi giorni fa – è tutto questo, ma è anche incontro tra docenti e studenti; è sorrisi, complicità, partite a carte, riflessioni, meditazione, condivisione di momenti ed emozioni.

Nella cronaca di una gita, la professoressa Rita Dardanelli parla di un evento divenuto fusione tra studenti e docenti. Un ‘dono’ che va custodito:

“È vero che la” rimembranza” carica di nostalgia i ricordi, ma qui le emozioni hanno ancora vigore quando ripenso alla giornata del 6 aprile trascorsa ad Agrigento con i ragazzi, la preside e i colleghi del Caio Duilio.
Mi viene in mente la parola “dono “che dominerà il campo semantico di tutta la mia narrazione.
Il dono, infatti, si sceglie col cuore, deve essere bello. E la scelta di accompagnare i ragazzi a un’uscita didattica è caduta sulla Valle dei Templi perché quel luogo ha la storica bellezza che prima confonde e poi incanta.
Giunti sul posto, orgogliosi del dono fatto, abbiamo osservato gli sguardi dei nostri ragazzi: mentre la guida li affabulava spiegando loro la grandezza delle civiltà antiche, noi notavamo i sospiri sospesi di chi provava ad ascoltare anche i silenzi delle gigantesche colonne di quei templi dorici che, più forti del tempo , hanno lasciato alla storia la loro eterna bellezza. Sono stati rispettosi e composti, i nostri ragazzi : così ci hanno detto “grazie”.  Al Museo Regionale abbiamo capito che quel dono era pure interessante: i loro sguardi si avvicinavano per osservare reperti, forme e colori delle collezioni vascolari in ceramica raccontati con passione dalla guida. La sorpresa li ha travolti davanti al Telamone, una delle colossali statue che facevano parte del tempio di Zeus e oggi addossato alla parete di fondo di una delle sale del Museo.
I silenzi di ammirazione sono ripresi in Contrada Caos, nella casa museo di Pirandello, sentita come luogo magico e dono assai gradito soprattutto agli allievi del quinto anno. Quelle stanze custodiscono fotografie, dediche autografe, onorificenze, lettere, cimeli che evocano l’uomo del Novecento, solo, frantumato, diverso dagli altri e da se stesso, l’uomo secondo Pirandello. Totalmente coinvolti dalla grandezza dell’uomo e del narratore , gli hanno voluto rendere omaggio percorrendo in silenzio il lungo sentiero, con davanti il mare africano, per vedere quella rozza pietra della campagna di Girgenti dove riposano le sue ceneri.  Tutto questo è stato in una giornata, dalle 7 alle 23 circa del 6 aprile trascorso. Bellissimo.
Parrebbe insolito, ma è sentito e presto fatto, accompagnare al dono anche i ringraziamenti ai nostri alunni.
Grazie a loro, infatti, con giovanile entusiasmo, siamo passati dal ruolo alla persona, pur rimanendo autorevoli; abbiamo trasmesso messaggi non informativi, ma emozionali; siamo stati accoglienti, non giudicanti.
Sempre loro, ci hanno fatto entrare in confidenza sfidando la preside a briscola, ridendo per le nostre battute, giocando con noi col telefonino.Eravamo davvero vicini.
Mi sbaglierò, ma ho sentito su di noi qualche sguardo di filiale tenerezza.
E torna la parola dono, che chiude il giro da cui si riparte tutte le volte che si creano relazioni con i ragazzi, soprattutto a scuola.
La scuola è infatti il luogo dell’incontro da cui devono nascere legami; da lì, chi insegna, torni a sentire l’emozione dell’incontro,non il segnale della trasmissione.
Questa la lezione ricevuta dagli alunni, appena qualche settimana fa.”

Rita Dardanelli

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