Il caso: l’Eni rimborsa un morto e ignora le richieste della vedova. Lei: “Forniscono informazioni sbagliate per farti rinunciare ai tuoi diritti”

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eni italgasLa burocrazia non lascia in pace nemmeno i morti. Una signora messinese, vedova di un ex utente Italgas (oggi Eni), da quattro mesi tenta di incassare un rimborso con assegno non trasferibile, erroneamente intestato al marito morto. Dopo qualche mese dal decesso del marito, la donna si è recata agli uffici dell’Eni per effettuare la consueta voltura e la nuova intestazione dell’utenza, facendo così cessare il vecchio contratto e aprendone uno nuovo. L’impiegato ha spiegato alla donna che eventuali eccedenze calcolate successivamente sull’utenza cessata sarebbero state rimborsate. Cosa che è avvenuta qualche anno dopo. Peccato che il rimborso è intestato a nome del povero marito defunto.

Sconvolta, la moglie ha quindi contattato il servizio clienti Eni & Power; l’operatore del call center le ha spiegato la procedura da effettuare. Da Messina è partita una raccomandata per Milano con l’originale dell’assegno inviato al morto, il certificato di morte e una domanda degli eredi per l’emissione di un nuovo assegno. La richiesta, però, per circa due mesi è rimasta abbandonata negli archivi dell’Eni, ente che, senza avvisare la vedova, ha deciso di sospenderla in quanto mancante di un documento che lei però ha inviato tramite fax, dopo aver richiamato per l’ennesima volta il call center. Il risultato? Il rimborso è stato annullato. Scoraggiata, la vedova si è recata alla succursale Eni per avere spiegazioni, ma le è stato ribadito che la pratica è stata annullata e che dovrà rifare tutto da capo.

«Nella lettera – sostiene la signora − c’erano le firme anche dei miei figli. Forniscono informazioni sbagliate per portarti a rinunciare ai tuoi diritti. È un’ingiustizia».

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