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Un “Gattopardo” alla Regione.Quando Antonio Presti “incantava” Messina

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ilgattopardoChi è Antonio Presti, il messinese di Tusa prossimo ad occupare la poltrona di assessore ai Beni culturali alla Regione nel dopo-Battiato? Presti è un amante del bello! Semplicemente, sinteticamente, questo. Molti lo conoscono come il mecenate che alla sua “corte” ha raccolto artisti di ogni genere; come colui che ha realizzato la Fiumara d’Arte. E’ lui, certo, ma c’è un altro Presti, uno che si è sempre distinto dalla “massa”; uno che dello “stupore” ha fatto il suo obiettivo di vita. Uno cui piace piacere ma va oltre il comune senso del piacere. Uno che ho avuto il “piacere” di conoscere. Antonio, per me e molti altri, è rimasto l’organizzatore di feste indimenticabili. Negli anni ’80, quando ancora viveva a Messina, partecipare ad una serata organizzata da Antonio Presti era un evento. Intanto la cornice: un vasto appartamento del centro città, architettura moderna, un trionfo del bianco. Dalle pareti, ai divani, al controsoffitto pannellato, c’era il candore ad accogliere gli ospiti di casa Presti. Tante le feste in quella casa, ognuna aveva un tema. Per parteciparvi, di regola, non si andava a fare acquisti al negozio, ma da una costumista teatrale. Un capodanno, forse quello dell’85, Presti organizzò la festa che ancora oggi molti ricorderanno: tema “il Gattopardo”. Per i partecipanti, ragazze e ragazzi di 20-25,massimo 30 anni, indossare abiti del tardo 800 fu l’evento. La cornice era quella del Timeo, l’Hotel di Taormina i cui saloni facevano da sfondo perfetto all’ambientazione ottocentesca. C’erano anche due ospiti d’onore: un vecchio artista, Massimo Girotti ed una ballerina della Scala. All’alba di quel nuovo anno, oltre un centinaio di palloncini, uno per ogni ospite, uno per ogni desiderio, colorava il cielo di Taormina. Era questo Antonio Presti, uno che, prima di lasciare Messina per la sua “missione d’arte” a Tusa, ha cosparso di magia le notti della sua città. Accadeva quando Messina era ancora bella da vivere; quando l’idea di lasciarla, questa città dal panorama più bello al mondo, era impensabile, e se partivi, perchè costretto, speravi di tornarci. 
Antonio Presti ai Beni Culturali? Piace alla Messina degli anni ’80.

 

Patrizia Vita

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