Laura e l’immagine di un casco che deve fare scuola

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Sui resti di quel casco stritolato dalle ruote del camion, si legge ancora la scritta “Italia”. E suona come una beffa perché è quell’Italia che non riesce ancora a contenere il fenomeno sempre più imponente delle morti sulle strade.

Sono immagini forti che ti colpiscono subito. Il motorino a terra, la pozza di sangue, l’ambulanza, il corpo sulla barella. Una sequenza che diventa ancor più tragica quando a morire sono bambini, la cui vita si interrompe per fatalità, leggerezza e troppe volte incoscienza.

E ieri al centro di quei macabri scatti c’era  Laura, nove anni. Era suo quel casco ripreso dalle immagini di fotografi e cameraman che molti contestano e criticano ritenendole troppo forti, ma che invece dovrebbero fare scuola in ogni angolo delle strade di una città caotica e incivile come Messina. Tutto, invece, si riduce alla solita catena di messaggi su Facebook. “Povero angelo”, “Rip”, sono le parole più comuni scritte da chi tenta di assimilare la tragedia che dopo pochi giorni verrà comunque dimenticata.

E’ vero, in un incidente c’è sempre quella dose di fatalità che risulta decisiva nel salvare o meno una vita. Nessuno può far nulla, per molti è la volontà di Dio, per altri il destino. Ma se a ciò si aggiunge l’imprudenza o peggio l’incoscienza di infrangere le regole non possiamo sottrarci dalle responsabilità. E allora le foto di quei poveri cadaveri martoriati andrebbero sbattute in faccia a chi crede che sia da “toghi” passare con il rosso, non rispettare lo stop o spingere troppo il piede sull’acceleratore. Abitudini comuni ad una parte dei messinesi.

E in questa città le probabilità di rimanere a letto o peggio ancora finire dentro una bara in seguito ad un incidente stradale aumentano considerevolmente. I tir transitano ovunque e a tutte le ore, il bus si attende in mezzo alla strada perché lo spazio per i passeggeri è occupato dalle auto in sosta. In tante arterie si circola poi su un’unica carreggiata per far posto a veicoli in doppia e tripla fila o peggio ancora a venditori ambulanti.

La precedenza ai pedoni che attraversano sulle strisce è un optional: Messina è forse l’unica città europea in cui chi attraversa la strada ringrazia l’automobilista che eroicamente ha deciso di fermarsi.

Indignarsi su Facebook o in un articolo di un giornale serve a poco. Sperare che da domani, come per magia, si inizi tutti a seguire le regole è inutile. Si può invece lavorare per ripristinare l’ordine sulle strade, renderle più sicure per conducenti e pedoni. E su questo fronte è l’amministrazione comunale a dover scendere in campo, nonostante i limiti e le difficoltà economiche che tutti conosciamo.

Qualcosa va fatta e anche con la massima urgenza affinché ai nomi di Rebecca, Rosario, Lorena e Laura non se ne aggiunga presto qualche altro.

Andrea Castorina

 

 

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  1. Andrea Castorina il tuo articolo è buono,schietto e convincente, hai giustamente fatto rilevare tutte le magagne e le illeicita’ che si compiono in questa città senza regole ed aggiungo senza legge, hi fatto rilevare l’impotenza dell’amministrazione priva di mezzi,quali ? , certamente non sono i soldi l’unico motivo ma la volontà e la determinazione di fare qualcosa per la sicurezza! Ti dico solo unacosa : stamattina,domenica, transitavo da piazza Cairoli dove stavano allestendo un palco,accanto all’albero di natale 2 vigilesse belle nelle loro divise impeccabili con tutto l’armamentario stavano verbalizzando una moto che era posteggiata in un angolo quasi invisibile proprio accanto all’albero! Mi domando perché le “stesse” non debbano operare nelle strade a maggior traffico per controllare e regolamentare veicoli e pedoni….che sappiano usare solo penba e blocchettodei verbali ???? Ti saluto cordialmente.

  2. Ritengo che nella fattispecie, vigili o non vigili non avrebbero cambiato nulla, però sono d’accordo che i vigili, vigilano dove non occorre. Certo non tutti, ma quei 4 gatti che sono vincitori di concorso ed offrono per pochi giorni o mesi la loro disponibilità per racimolare qualche mensilità, sono totalmente inutili a garantire sicurezza e viabilità. Riguardo il fermarsi in prossimità delle strisce pedonali, a Messina non è un obbligo ma una cortesia che si fa ai pedoni, in altri paesi,, vedi Francia, Spagna,Svizzera, ecc. l’automobilista si ferma non appena vede l’approssimarsi di un pedone vicino alle strisce e non per cortesia ma per civiltà. Purtroppo siamo a Messina e ognuno fa quello che vuole come lasciare la macchina in terza fila, posteggiare sugli stalli invalidi o passi carrai. In fondo siamo una delle ultime città vivibili in Italia e dobbiamo accontentarci sia dei vigili che degli amministratori comunali.

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