Risanamento a Messina. De Luca chiede lo stato di emergenza abitativa

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Continua l’iter per la risoluzione della questione risanamento a Messina. Oggi il Sindaco, a seguito di una riunione di Giunta, ha formalmente richiesto lo stato di emergenza abitativa sanitaria-socio-ambientale.

Qualche giorno fa, Cateno De Luca, aveva firmato un’ordinanza Sindacale, in cui disponeva lo sgombero delle baracche entro fine ottobre, per poi procedere, entro dicembre, allo smantellamento.

La situazione si protrae ormai da decenni e la Giunta ha constatato come gli interventi ordinari di risanamento a Messina, messi in atto nell’ultimo ventennio non abbiano sortito i risultati sperati. Come si legge nel documento, secondo l’ultimo censimento, risalente al 2002, le famiglie ad abitare ancora nelle baracche erano 3336.

Le zone a rischio, secondo quanto si legge nell’interrogazione, sono sette:

  • Annunziata;
  • Giostra-Ritiro-Tremonti;
  • Camaro-Bisconte;
  • Fondo Saccà;
  • Gazzi Fucile – via Taormina;
  • S. Lucia – S. Filippo;
  • Bordonaro – S. Filippo Alto.

La richiesta del primo cittadino non si limita, tuttavia, allo stato di emergenza abitativa ma chiede alla Regione Sicilia di trasmettere istanza alla presidenza del Consiglio dei Ministri e di ricevere adeguate risorse finanziarie per le spese necessarie ad un effettivo risanamento delle zone individuate.

È bene rammentare che alcune delle aree cui si fa riferimento nell’interrogazione sono, comunque, oggetto di progetti esistenti di riqualificazione come il progetto Capacity, non colpito dai tagli del decreto “Milleproroghe”, e l’asse sulle infrastrutture per la riqualificazione sociale previsto nel PON Metro di Messina.

Di seguito il testo integrale dell’interrogazione.

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