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Teatro in crisi. Il Presidente dell’Associazione culturale Daf scrive all’Assessore Stancheris

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MinisteriChe il teatro non navighi in buone acque non è una novità. Tuttavia le numerose criticità, alcune particolarmente difficili da affrontare, che ha dovuto affrontare il Teatro a Messina, in quest’ultimo anno, destano non poche preoccupazioni tra gli addetti ai lavori del settore. Alla luce di ciò, il Presidente Daf-Associazione Culturale,  Giuseppe Ministeri, ha inviato all’Assessore Regionale Turismo, Sport e Spettacolo, Michela Stancheris, una lettera per fare il punto sullo stato in cui versa il settore teatrale messinese. L’aspetto che più viene messo in evidenza dal presidente Ministeri è la necessità improcrastinabile di «un processo di riorganizzazione degli enti e delle istituzioni siciliane che operano con il contributo regionale nei campi della cultura e dello spettacolo».

«Da oltre dieci anni Daf Associazione Culturale — introduce Ministeri —, che mi onoro di rappresentare, opera professionalmente nell’ambito della cultura, della produzione audiovisiva e dell’editoria, raggiungendo anche obiettivi importanti in campo nazionale soprattutto nell’ambito dell’attività teatrale.

Nell’ultimo anno si è distinta per la tournée di Trovarsi, testo di Luigi Pirandello, con regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi, uno spettacolo nato e sviluppatosi a Messina con l’Ente Teatro di Messina soggetto produttore e che Daf ha proposto per due stagioni nei principali teatri di prosa del Paese. A ciò si è affiancata una importante attività di ricerca laboratoriale, curata da Angelo Campolo e Annibale Pavone, che da diversi anni lavorano su un progetto di studio dei testi shakespeariani.

L’essere operatori professionali del teatro — prosegue la missiva — ci porta a condividere le ansie e le preoccupazioni di un settore in crisi drammatica da un punto di vista economico, ma anche e forse soprattutto da un punto di vista istituzionale e organizzativo. Seguiamo con crescente preoccupazione le vicende del Teatro di Messina, la principale istituzione culturale della nostra città, che da troppo tempo non riesce più a garantire quella proposta produttiva, quell’offerta culturale e quella serenità per gli operatori e le maestranze che dovrebbero costituire un fattore di normalità. Sappiamo benissimo che il problema non potrà essere risolto con uno sforzo finanziario in più per quest’anno, laddove le risorse sono inevitabilmente destinate a ridursi con il rischio assai grave di garantire il pagamento degli stipendi dei dipendenti.

Riteniamo pertanto necessario oltre che inevitabile un processo di riorganizzazione degli enti e delle istituzioni siciliani che operano con il contributo regionale nei campi della cultura e dello spettacolo. E se certe duplicazioni non sono certo più sostenibili, non di meno una città e una provincia come Messina devono garantire una offerta adeguata per i residenti ma anche per il ruolo turistico che gravita in un comprensorio che include Taormina e le Eolie. E le eccellenze e le professionalità artistiche che qui sono cresciute e si sono sviluppate devono poter operare. Non ci spaventa pertanto un processo di riorganizzazione istituzionale che investa anche il Teatro di Messina e Taormina Arte, purché si salvaguardi l’offerta culturale per questa comunità, la produzione artistica in loco e la valorizzazione delle professionalità messinesi.

In tal senso — conclude Ministeri — non ci sfugge come ormai, tutte le esperienze d’avanguardia tanto in Italia quanto all’estero vedano lievitare il ruolo che, anche nell’ambito della cultura e dello spettacolo, puntano su un crescente ruolo degli operatori privati. Per questo riteniamo di mettere le nostre esperienze e competenze, la nostra voglia di spenderci e scommetterci, a disposizione di questo processo di riorganizzazione complessiva».

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