Foto di Lelio Bonaccorso durante la presentazione della graphic novel Salvezza al Capo Peloro Fest 2018

Lelio Bonaccorso presenta “Salvezza”, la storia di chi fugge e di chi salva

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Foto di Lelio Bonaccorso durante la presentazione della graphic novel Salvezza al Capo Peloro Fest 2018L’arancione, in mare, è il colore della salvezza. A spiegarlo, nel corso della serata conclusiva del Capo Peloro Fest 2018, è stato Lelio Bonaccorso, fumettista originario di Messina e co-autore, insieme al giornalista Marco Rizzo, di “Salvezza”, un graphic novel ambientato a bordo della nave Aquarius.

Prima ancora che, lo scorso giugno, il nome della Aquarius salisse agli onori della cronaca, Lelio e Marco avevano proposto al loro editore, Feltrinelli, un reportage a fumetti che raccontasse come funzionano le operazioni di soccorso dei migranti che attraversano il Mediterraneo in cerca di un porto sicuro in Europa: «Il progetto – ha spiegato Lelio – è nato da un bisogno di conoscenza, dalla volontà di capire e raccontare come stanno le cose, come funzionano le operazioni di soccorso, quali siano i rapporti tra le Ong (Organizzazioni non governative, ndr) e la Guardia Costiera».

Lelio e Marco hanno osservato, registrato e raccontato ma, soprattutto, hanno fatto parte della Aquarius, partecipando attivamente alle operazioni di soccorso di Sos Mediterranée e Medici senza frontiere, parlando con “chi fugge e chi salva” e ne hanno raccontato le storie, le esperienze. Hanno dato vita, tra il bianco, il nero e l’arancione di “Salvezza” a un racconto che è una testimonianza precisa e puntuale che va al di là di ciò che quotidianamente vediamo attraverso i media tradizionali, il flash di un telegiornale o un articolo di cronaca.

lelio bonaccorso salvezzaScopo di questo reportage non è convincere le persone di qualcosa, spingerle a scegliere una fazione piuttosto che un’altra, ma semplicemente informare: «Noi volevamo mostrare i fatti – ha chiarito Lelio. Le immagini che stanno circolando in questi giorni raffiguranti le torture subite dai migranti in Libia noi le avevamo già viste. Abbiamo visto persone che muoiono e soffrono. Il passo successivo è parlarne, confrontarsi, informarsi e informare, perché la conoscenza crea consapevolezza, e solo dopo si possono fare delle scelte».

Così il fumetto, un tratto di china, un pettirosso disegnato che fa da “Cicerone” diventano uno strumento di conoscenza potente e immediato, in grado di raggiungere chiunque grazie alla sua semplicità, grazie alla forza delle immagini e alla loro capacità evocativa.

E sempre su questa strada, quella del graphic journalism va un po’ tutta la produzione del giovane fumettista messinese vincitore del premio Andrea Pazienza che, dopo lavori come “Peppino Impastato. Un giullare contro la mafia” e lo stesso “Salvezza”, ha già in cantiere tanti progetti, tra cui un corto sulla guerra in Siria, in collaborazione con Antonello Piccione e una storia a fumetti incentrata su Dina e Clarenza, le due eroine che, si narra, salvarono la città di Messina ai tempi dei vespri siciliani e dell’assedio angioino.

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