Da Nettuno a Scilla e Cariddi, passando per Orione: alla scoperta dei miti di Messina

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Crono, il dio del tempo

Arriviamo al Teatro Vittorio Emanuele, costruito nel 1838 – per volere del Re – dai due architetti Valenti e Falconieri. Solo nel 1968, dopo che il terremoto distrusse tutti gli interni, il Teatro venne restituito alla città. Anche qui c’è un mito da scoprire, quello di Crono il dio del tempo.

Crono, raffigurato nella scultura costruita nel 1853 da Saro Zagari, è facilmente riconoscibile grazie alla clessidra e alla falce. Secondo la mitologia, Crono utilizzò quella stessa falce per evirare il padre violento Urano ma, pentito del gesto, lanciò la sua arma in direzione di Messina e così nacque il porto della città. Insieme a Crono ci sono due figure femminili, Messina da un parte, a cui Crono scopre il manto e la Verità dall’altra.

Chiesa dei Catalani

La terza tappa della passeggiata “Sulle orme del mito” ci porta alla Chiesa dei Catalani. In origine Chiesa di Castello a Mare, chiamata poi Chiesa dei Catalani da una congregazione di mercanti catalani. Com’è noto, la chiesa si presenta sotto il livello della città, ma non tutti sanno che si estendeva fino alla statua di Don Giovanni d’Austria. Dalla finestra dell’angolo visibilmente distrutto è possibile immaginare la grandezza della struttura. Sotto la Chiesa dei Catalani c’è anche una Cripta con 14 nicchie piene di acqua e per questo inaccessibile.

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