Troppe bare al cimitero. Il dirigente Manna ci spiega perché

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cimitero messinaNei giorni scorsi il Consigliere Comunale Ivano Cantello si era espresso negativamente sulle condizioni igienico-sanitarie del deposito del Cimitero Monumentale, lo stesso aveva fatto, solo qualche tempo prima, il Consigliere della III Circoscrizione, Libero Gioveni. Cantello aveva tuonato: «Le gravissime responsabilità vanno addebitate alle Amministrazioni che si sono succedute nel tempo, colpevoli non solo per i non voluti interventi strutturali, ma perché manifestano un’insensibilità che non può trovare giustificazione per la sacralità del luogo». E Gioveni aveva denunciato la situazione agghiacciante delle bare sparse a tappeto nella camera mortuaria del Cimitero di Via Catania. Di pochi giorni fa, la visita del programma di Rai3, “Codice a barre”, che ha messo in risalto il degrado segnalato da Gioveni.  Per questo, per dar voce alla “controparte”, abbiamo incontrato l’ingegner Domenico Manna, dirigente del Dipartimento Cimiteri, e la dottoressa Maria Grazia Gemelli, che hanno detto: «Non abbiamo mai detto al consigliere Cantello che fosse tutto a posto. I servizi che possiamo offrire sono proporzionati alle risorse: la cura del verde ad esempio non può essere completata perché non ci sono materialmente i soldi per pagare gli operai e gli addetti ai lavori, sia per la scerbatura che per l’informatizzazione. I problemi a cui dobbiamo far fronte sono di carattere prevalentemente strutturale. Ci stiamo impegnando ― continua ― a portare avanti l’ampliamento dei cimiteri, 17 in tutto, con non poche difficoltà logistiche. La situazione strutturale è sicuramente in movimento con le difficoltà del caso per la gestione, dopo decenni di non pianificazione». «Attraverso l’ampliamento dei cimiteri tra i quali: Castanea, Briga, Faro Superiore, S. Filippo, di cui una parte è già stata consegnata, abbiamo creato nuove celle a muro, permanenti e anche emergenziali, che in definitiva hanno la stessa funzione delle prime». «Dobbiamo gestire circa 15 salme al giorno per un complessivo di 3500 l’anno. Abbiamo problemi riguardanti anche la carenza del personale― prosegue la dottoressa Gemelli―. Parliamo di 5 tecnici di cui solo 3 a tempo pieno. E in tutto questo dobbiamo occuparci del controllo delle ditte che lavorano dentro il perimetro cimiteriale e dei pagamenti per il lavoro svolto». «Poi si presenta anche il problema dei fondi: la benzina viene centellinata, siamo riusciti a pagare solo ora due delle fatture alle ditte fornitrici di carburante. Ciò impedisce di compiere sopralluoghi regolari anche nei cimiteri periferici». Sulla possibile risoluzione dell’affollamento della camera mortuaria, Manna ha risposto: «Gli spazi che abbiamo sono limitati, non possiamo estenderci all’infinito, perché c’è tutta una serie di normative da rispettare sul passaggio delle falde acquifere o le distanze dai centri abitati. Con il Dpr 285 del 90 si possono trasformare i tumuli precedenti al 1990: le salme possono essere detumulate e si possono ricavare posti per nuove inumazioni fino a 6 livelli. Dunque, più che pensare a costruire ex novo, ci stiamo impegnando soprattutto nel recupero, che restituirebbe il tanto declamato decoro. In questa fase sono stati ricavati 170 posti al cimitero di Pace, 70 a Giampilieri, 200 a Gesso, 200 a Castanea, 250 al Gran Camposanto e così via dicendo. Abbiamo creato anche il modello jolly e se le famiglie acconsentono possono tumulare le salme dei loro congiunti, in via momentanea, nei cimiteri di periferia e fare intanto domanda per avere il trasferimento nel cimitero che desiderano; le spese sarebbero tutte a carico del camposanto e il familiare dovrebbe corrispondere solo una tassa di 43 € all’Asp. Naturalmente ciò avviene in base all’ordine di arrivo della richiesta e all’assegnazione che viene fatta tramite bandi pubblici». Alla domanda su cosa deve fare chi possiede già tumuli di proprietà, l’ingegnere ha risposto: «Ci sono dei tempi di attesa, un mese circa dalla richiesta e dal pagamento effettuato. Questi tempi dipendono anche dalla valutazione che deve compiere il vigile sanitario che dà il via alla tumulazione». E sulla trasmissione di Rai 3: «Per quanto concerne “Codice a barre”, i giornalisti sono entrati al Gran Camposanto senza chiedere un’autorizzazione che, se ci fosse stata richiesta, avremmo comunque dato, come già altre volte abbiamo fatto. La dottoressa Gemelli avrebbe potuto accompagnarli e spiegare loro che la salma del 2007, che hanno filmato, non sta lì da cinque anni, ma è una di quelle momentaneamente stumulate per  la trasformazione e il recupero in atto nei cimiteri. Il gran numero di feretri nel deposito dipende anche da questi spostamenti dovuti al riadattamento strutturale esteso anche ai cimiteri periferici, le cui bare confluiscono nel deposito centrale».

Giusy Gerace

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