incendio raffineria

Terrore a Milazzo, in fiamme un serbatoio della Raffineria Mediterranea

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incendio raffineriaDall’una della scorsa notte un serbatoio della Raffineria di Milazzo brucia. La popolazione ha abbandonato le abitazioni ed è fuggita. Fiamme altissime hanno illuminato il cielo di Milazzo. Il piano di emergenza ha funzionato e gli operai si sono messi tutti in salvo nei punti di raccolta. Da diverse ore, squadre di
vigili del fuoco di Milazzo, Messina e Catania, sono al lavoro, e al Comune mamertino si è insediato il
COC (centro operativo comunale), in collegamento con la Prefettura di Messina. Nonostante l’invito a rimanere in casa, gli abitanti si sono riversati sulle strade e le vie sono state intasate da auto.
Pur con la conferma che, almeno sin qui, non ci siano feriti, quanto accaduto rimane un disastro ambientale di vaste proporzioni. Il serbatoio in fiamme, alto oltre 20 metri, conteneva una miscela di paraffine e una parte di aromatici, pare ce ne fosse meno delle 100mila tonnellate che la cisterna può contenere: 60 mila tonnellate.
Gli operai della raffineria erano al lavoro da qualche giorno sul serbatoio, proprio per svuotarlo perchè si erano accorti di una crepa.
Comunque, il gran quantitivo di tonnellate contenute imporrà parecchie ore per l’opera di spegnimento Le fiamme, già basse, dovranno spegnersi ad esaurimento.
L’aria è ancora adesso irrespirabile per l’intera Valle del Mela, creando disagi nella respirazione specie ad anziani e bambini.
E un gran lavoro di informazione lo sta svolgendo da parecchie ore il giornale on line del posto, “OggiMilazzo “, che ha costantemente aggiornato il sito, sia sulle notizie riguardanti il rogo che sulle ovvie reazioni al disastro.
Ecco cosa si legge al proposito:

“A chiedere l’intervento immediato della Procura di Barcellona è Peppe Marano, portavoce provinciale dei Verdi. Sulla sua pagina facebook , Marano, da sempre principale oppositore delle industrie locali, scrive: «La magistratura intervenga, chiuda gli Impianti della Raffineria, ritiri le autorizzazioni e faccia chiarezza su eventuali omissioni, violazioni di legge e concessioni edilizie rilasciate dal comune di Milazzo negli ultimi anni. Il sindaco Carmelo Pino e’ la massima autorita’ sanitaria e quindi responsabile di quanto sta accadendo. Un disastro ambientale che segue quanto accaduto il 22 novembre del 2011, data in cui sono stati sversati quintali di idrocarburi in mare». In un altro post sottolinea: « Una popolazione inerme sta subendo le scelte di una politica connivente con l’industria. Non esistono i PIANI DI EMERGENZA ESTERNI la popolazione e’ scappata senza nessun avviso – sostiene – Adesso la magistratura deve intervenire con urgenza e chiudere gli impianti. Devono effettuare un provvedimento di urgenza e ritirare le Autorizzazioni Aia”.

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