Professioni sanitarie: a Messina graduatorie basate su criteri di opzione e non di merito. Tar del lazio accoglie ricorso

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test professioni sanitarieAi testi di accesso alle professioni sanitarie che si sono svolti a Messina, erano stati 4438 i partecipanti. Il maggior numero di tutta la Sicilia, dove in tutto erano stati 11.655. Questo perchè l’Ateneo messinese ha il maggior numero di corsi di laurea per le professioni sanitarie. Ben 14: da Logopedia a Fisioterapia sino a Infermieristica. Un test unico per 14 corsi.
I candidati, così come previsto dal MIUR, potevano inserire 3 scelte
cosicchè in caso di mancata ammissione al corso di laurea di prima
opzione, si poteva ancora cogliere l’opportunità di essere ammesso negli altri. In tutta Italia tranne che a Messina.
Si perchè secondo il bando di concorso dell’Ateneo peloritano
l’ammissione al corso di laurea di seconda o terza scelta dà solo
diritto alla possibilità di essere inserito in coda in quella
graduatoria dopo tutti coloro che pur avendo ottenuto un punteggio più basso hanno scelto quel corso come prima opzione. Il candidato con 68 punti escluso a Fisioterapia, per fare un esempio, è rimasto comunque fuori da infermieristica nonostante vi siano ammessi con poco più di 50 punti.
Una scelta selettiva, dunque, che tutto premia fuorchè il merito. Una
vera e propria lotteria delle opzioni. Dello stesso avviso è il T.A.R. del Lazio, che ha accolto il ricorso degli Avvocati Santi Delia e Michele Bonetti ed ammesso lo studente al corso di laurea indicato come seconda scelta. “Non è una vittoria del singolo studente ma è un’affermazione del diritto allo studio e del merito”, commenta l’Avvocato Santi Delia. “Da anni ci battiamo per una graduatoria unica che premi esclusivamente il merito dei candidati e che escluda la lotteria delle opzioni o che elimini il rischio imponderabile del numero dei candidati presenti in una determinata sede”.
“La decisione del T.A.R. riguarda ovviamente il solo nostro ricorrente”, continua il legale messinese, “ma fa rabbia analizzare la graduatoria e vedere quanti studenti sono stati privati della possibilità di studiare al corso di laurea cui aspiravano pur avendo dimostrato di valere sul campo l’agognata ammissione”.
A gennaio, intanto, questa volta il T.A.R. Catania, deciderà sul giallo dei plichi che sempre al concorso per l’ammissione alle Professioni sanitarie erano stati trovati aperti e sugli scatoloni da supermercato nei quali i test sono stati consegnati.

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