Poche ore di pioggia ed arriva il “crollo annunciato” da anni: cede il complesso Poggio dei Pini

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Stavolta non il solito allagamento. Stavolta non la consueta frana. Stavolta è crollato un edificio: il complesso ‘Poggio dei Pini’, a San Michele.
La pioggia che in mattinata è precipitata sulla città ha fatto crollare il muro di sostegno di quell’immobile in precarie condizioni da una ventina d’anni. Stamattina quel muro si è sfaldato come fosse cartapesta, è finito in strada, sino all’edificio sottostante, travolgendo, fortunatamente, solo balconi e auto parcheggiate. Nessun essere vivente ci è finito sotto. E oltre la paura, oltre il danno, c’è la rabbia dei residenti, di quelli che da 20 anni temevano questo giorno. E sono quelli che non sono stati zitti ad aspettare. Sono quelli che hanno sollecitato i vari amministratori di turno perchè a quel muro sotto la collina fosse data una protezione, un sostegno. Tante anche le segnalazioni dei vari presidenti che si sono succeduti in quella circoscrizione, ma il complesso Poggio dei Pini è stato lasciato lì com’era. Un complesso che oggi è stato sgomberato dai Vigili del fuoco. Il Poggio non ha più dove poggiare.

Poggio dei Pini fu costruito nei primi anni 90′. 120 appartamenti che furono oggetto di un acceso contenzioso con le 2 imprese, quella che li realizzò, la Edil Giuffrè di Brolo, e quella che si curò della vendita, la Edil San Michele. Due imprese che fallirono quasi in fase dei preliminari d’acquisto e per chi aveva fatto casa a San Michele fu l’inizio di un incubo. Oltre a non avere certezza che i soldi spesi non finissero nel calderone fallimentare ( ma ci finirono), ebbero perizie a sfavore per la stabilità dell’edificio in cui abitavano.Ma non avevano scelta: quella era la loro casa, e anche se una perizia la giudicava inagibile, dovevano viverci.

Ci fu anche un’inchiesta, 5 tra i titolari d’impresa furono rinviati a giudizio e poi assolti, visto che non si era in presenza di un disastro colposo (reato del quale erano accusati).
E l’assurdo è che ancora oggi, a crollo avvenuto, quel reato non c’è: miracolosamente, non ci è scappato il morto.

(1812)

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