Parco a Faro Superiore: i giochi dentro, i bambini fuori. Colpa del Comune?

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Il piccolo parco giochi è lì, con i giochi, nuovi e sgargianti, avvolti ancora nel cellophane.

I bambini sono fuori.

Alcuni si aggrappano alle inferriate e sognano il cavallino da cavalcare o l’altalena con cui “volare”.

Altri hanno la bici, e ci girano intorno invece che dentro.

Perché la “villetta” di Faro Superiore, così la chiamano gli abitanti della zona, quella costruita in via Gabriele D’Annunzio, al “Crusolito”, dove un tempo c’erano baracche, orticelli e garage di fortuna, è chiusa.

Non si può entrare a godere dell’ombra di quell’ulivo che è lì da oltre 40 anni, quell’albero che prima era circondato da erbacce e incuria e che oggi, invece, è recintato nella sua graziosa aiuola.

La costruzione di questo giardino attrezzato, in cui campeggia un gazebo che un giorno, forse, distribuirà gelati e bibite fresche, si deve alla Snam, che ha “compensato”, per così dire, il danno ambientale dell’impianto di Faro Superiore, impianto che certo non si trova vicino al parco giochi, e che ha causato non poche polemiche, sia in ambito politico che tra i cittadini.

Perché “compensare” zone così distanti? Un progetto analogo è stato infatti realizzato a Torre Faro, che con la stazione Snam non ha molto a che vedere. Ma questo non è il momento delle polemiche dei “perché”.

Il parco ormai c’è, ma è chiuso.

Il perché, secondo quanto denunciato da diversi abitanti della zona, sarebbe attribuibile al Comune, perché la villetta, assicurano, è ormai di competenza comunale. “Un paio di settimane fa – racconta un abitante della zona -, si sono presentati degli operai dell’Amam, chiedendo informazioni. Volevano sapere, da noi, se nella zona c’è l’acqua regolarmente, e poi hanno sentenziato che nella villetta non ce ne potrà essere. Se, e quando, sarà aperta, non ci sarà acqua. Ma è normale?”.

Quali che siano i problemi, quali che siano gli impedimenti che non permettono l’apertura di questa piccola “oasi” per i bambini, bisogna sottolineare che i lavori sono conclusi da oltre 2 mesi. Lavori, sempre secondo quanto raccontato dagli abitanti di via Gabriele D’Annunzio, che si sono svolti in maniera molto rapida.

“Certo – aggiunge una signora -, finchè non c’entrava il Comune i lavori sono andati avanti rapidamente, poi si è fermato tutto”.

Al di là della considerazione della signora, quello che traspare dalle testimonianze raccolte nella zona, è l’assoluta rassegnazione e la sfiducia in un’Amministrazione che doveva “cambiare” Messina partendo dai bambini, dai deboli, e che si permette di negare una struttura in una zona in cui per i più piccoli non c’è assolutamente nulla.

Una nonna, che deve rispondere ogni giorno alla stessa domanda del nipotino di 5 anni  ‘Nonna quando posso giocare dentro il parco giochi?’, fa una richiesta ad Accorinti:”Signor Sindaco, oltre che cambiare Messina, vogliamo “Cambiare dal basso” anche Faro Superiore?”

L’importante è che la speranza non la perdano i bambini che stanno attaccati alla recinzione.

Aprite, non lasciateli fuori.

 

Mimma Aliberti

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