Operazione Mare Monstrum, nella guerra tra armatori per l’Iva c’era anche il gruppo Franza

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Due indagati eccellenti nell’inchiesta “Mare monstrum”, per presunti favori a un armatore: la sottosegretaria alle Infrastrutture Simona Vicari e il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta. L’operazione dei carabinieri coordinata dalla Procura di Palermo ha svelato, sostengono i magistrati, “un sistema in cui la corruzione era una modalità quasi ordinaria”, un connubio perverso, ‘mostruoso’ appunto, tra imprenditoria e politica, alimentato da mazzette, Rolex, favori, assunzioni e persino norme nazionali ad personam. Una sfilza di reati contestati ai tre arrestati accusati di avere messo le mani sul ricco affare del trasporto marittimo: l’armatore Ettore Morace, il ‘re dei traghetti’, amministratore delegato di “Liberty Lines”, trasferito in carcere, il deputato regionale e imprenditore del vino, Girolamo Fazio, candidato sindaco di Trapani, sottoposto ai domiciliari, come pure il funzionario regionale Giuseppe Montalto, capo della segreteria particolare dell’assessore regionale alle Infrastrutture.
“Rolex ‘senza Iva’ per la sottosegretaria Simona Vicari – accusa il Gip – che avrebbe garantito “un forte appoggio a Morace”.

“Non ce n’e’ per nessuno” – esclamava il 20 novembre scorso, chiamando al telefono l’armatore per manifestare soddisfazione per il risultato raggiunto, su cui, secondo i magistrati, contava molto l’armatore nell’ambito di un duello tra sponsor politici e interessi imprenditoriali.

E per l’accusa, nella “guerra” tra armatori, anche il messinese gruppo Franza si sarebbe rivolto a Maurizio Lupi, Morace a Simona Vicari. La partita si giocava sull’emendamento che riduceva al 4% o manteneva al 10% l’Iva sul trasporto marittimo. Morace puntava sul 4, Franza sul 10.
Insomma, interessi imprenditoriali diversi che, a detta degli inquirenti, avrebbe posto i Franza contro Morace.

I pm di Palermo contestano due episodi corruttivi alla sottosegretaria. Il primo fa riferimento alle pressioni su un deputato di Ap all’Ars per stoppare una nomina quale consulente dell’Ars in materia di trasporti marittimi regionali, non gradita a Morace; il secondo proprio al ruolo esercitato per il varo della norma conveniente al patron di Liberty Lines, “causando un ammanco alle casse dello Stato di 7 milioni e il notevole arricchimento della compagnia dell’imprenditore”, che “ha fatto consegnare a Simona Vicari un Rolex del valore di circa 5.800 euro”. “E’ la stessa Vicari del resto che telefonicamente (il 20 novembre 2016) si assume dinanzi al Morace tutti i meriti dell’iniziativa parlamentare. Pare chiaro – scrivono gli inquirenti – come nel caso di specie la senatrice abbia palesemente asservito le proprie funzioni a taluni interessi eminentemente privatistici”.

Crocetta risponde di corruzione in concorso con l’armatore Morace. “Un fedelissimo del presidente, scrive il Gip, sarebbe stato informato della volontà di bloccare la nomina del consulente non voluto da Morace. E’ sempre l’imprenditore “che – sulla faccenda dell’Iva – parlando al telefono racconta di aver invitato il presidente della Regione sulla sua barca e di avergli pagato l’albergo a Filicudi. Morace – si legge nella misura – riferiva che gli avrebbe inviato una cosa sulla questione dell’Iva”. Il governatore sarebbe poi intervenuto in ordine alle compensazioni per le tratte relative ai collegamenti con le isole minori. Riferisce una funzionaria regionale dalle cui dichiarazioni e’ partita l’inchiesta: “E’ Crocetta a decidere la convocazione di un tavolo tecnico per un proficuo confronto e per ricercare una soluzione. All’esito di tale incontro si convenne tra Crocetta e l’armatore Vittorio Morace che l’amministrazione avrebbe valutato la possibilità di elevare sino al massimo dell’80% la liquidazione delle spese”.

“Non ho nulla da temere e chiarirò tutto”, ha replicato Crocetta.

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