Monsignor Calogero La Piana indagato per truffa

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Stavolta non si tratta di gossip, a colpire l’ex Arcivescovo di Messina, Monsignor Calogero La Piana, è un’inchiesta della Procura di Marsala- città in cui l’alto prelato fu a capo della Chiesa dal 2002 al 2006 – che lo indaga con ipotesi d’accusa truffa e abuso d’ufficio. Stessi reati contestati al suo successore nella stessa carica ecclesiastica, Monsignor Domenico Mogavero.

Al centro dell’inchiesta, la cui chiusura indagini è rivelata dal quotidiano Repubblica, una chiesa, realizzata in una zona d’espansione di Mazara del Vallo, costata, per 5 anni di lavoro, tre milioni di euro tra fondi della Cei e contributi regionali, 500.000 euro dei quali sarebbero finiti altrove.

E qui scatta l’inghippo per la procura marsalese, secondo cui sarebbero stati chiesti alla Regione siciliana contributi per un’opera già finanziata dalla Cei con quasi un milione e mezzo di euro dell’8 per mille. Di più, sempre per l’accusa, Monsignor Mogavero avrebbe firmato falsi contratti, falsi stati di avanzamento dei lavori e di consegna dell’opera. Inoltre, per la realizzazione di quell’opera e di altre due chiese, furono contratti, dalla Curia di Mazara, due mutui bancari, rispettivamente uno chirografario (senza garanzia reale, ma garantito solo dalla semplice firma del debitore, ndr) di 3.692.360 presso Banca Prossima, l’altro di 728.144 euro per mutuo ipotecario presso Banca Unicredit.

I due mutui sarebbero serviti a rinegoziarne uno precedente erogato da Banca Intesa, tra il 2006 e il 2008, per spese di ristrutturazione e costruzione delle tre nuove chiese: Matrice di Pantelleria, San Lorenzo in Mazara del Vallo e San Giuseppe in Gibellina, strutture la cui costruzione fu deliberata al tempo di Monsignor Calogero La Piana, e fu finanziata anche dai competenti organi della Cei.

Insomma, sul capo intonso di due uomini di Chiesa spunta l’onta della truffa. E con loro, indagate sono altre 6 persone, tra cui l’ex economo della Curia, don Franco Caruso, Antonino Gaudente e Gaetano Stradella, titolari delle ditte cui furono affidati i lavori, l’architetto Francesco Scarpitta e l’ingegnere Bartolomeo Fontana, che hanno curato il progetto e la realizzazione della chiesa.

Va detto che l’attuale Vescovo di Mazara del Vallo aveva ammesso il buco, durante l’assemblea diocesana tenutasi al Palazzo vescovile, nel 2014. Monsignor Mogavero aveva detto: “E’ colpa mia lo so”, ma aveva trascinato con sè anche il responsabile economo, Franco Caruso, accusandolo di non avergli fornito un quadro chiaro della situazione finanziaria degli ultimi cinque anni, nonostante lui glielo avesse più volte sollecitato – si difese Mogavero.

Economo inadempiente o Vescovo distratto? Forse la seconda, visto che, come su Monsignor La Piana anni dopo, raggiunto da pettegolezzi legati alla eredità lasciatagli da un fedelissimo medico messinese , anche su Mogavero piovve sarcasmo in merito alla manifesta vanità, anomala in un uomo di Chiesa, di chiedere che i paramenti sacri che indossava fossero firmati Giorgio Armani. Lo stilista, va precisato, glieli donò. Ma sotto quelle vesti sacre si nasconde pur sempre un uomo. Un uomo accusato di truffa, e con lui l’ex arcivescovo di Messina.

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  1. E bravo l’arcivescovo, non si salva più nessuno, ora ci mancava anche il clero.

  2. Penso che una persona debba presumersi innocente fino a condanna definitiva. Certo che per mons. Mogavero la situazione è diversa, visto che egli stesso ha ammesso le sue responsabilità!

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