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Marocchino ucciso. Rancori e passioni “senili” alla base dell’omicidio

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carabinieriVecchi rancori alla base dell’omicidio di via Case Bianche a Barcellona. L’albanese Arben Doga, 53 anni, assassino del marocchino Alì Machkour, 36 anni, si è presentato spontaneamente in caserma, nel tardo pomeriggio di ieri, e ha confessato l’omicidio. Si è scoperto che Doga, impegnato nella raccolta di rottami ferrosi, in passato aveva avuto una relazione con la figlia della convivente della vittima. Alì Machkour, infatti, era già noto alle forze dell’Ordine per  aver usato violenza, lo scorso 5 febbraio, nei confronti delle due donne, madre e figlia, che abitavano con lui. Per questo era stato arrestato.

Tra la vittima e il suo assassino, dunque, non correva buon sangue. Prima che Doga aggredisse Machkour a colpi di spranga sull’uscio della sua abitazione, intorno alle 4.00 del mattino, aveva subito, intorno a mezzanotte, l’incendio della sua auto, parcheggiata sulla statale Sant’Antonino. Secondo l’omicida sarebbe stato lo stesso marocchino ad appiccare il fuoco che ha distrutto la vettura. L’albanese ha reagito presentandosi a casa del suo rivale che, aperta la porta, è stato raggiunto, in diverse parti del corpo, da ripetuti colpi di spranga infertigli dall’aggressore. All’arrivo dei soccorsi, per il 53enne non c’è stato nulla da fare. Doga, in un primo momento fuggito a bordo del suo autocarro, ha deciso poi di confessare.  

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