Grosso incendio alla ex Sanderson. Cosa contenevano i capannoni andati in fumo?

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sandersonrogoQuesto pomeriggio le fiamme hanno divorato i due capannoni della ex fabbrica Sanderson, ubicata a Pistunina. I vigili del Fuoco sono stati impegnati per diverse ore nel tentativo di impedire che il rogo si propagasse. Al momento non si conoscono le cause dell’incendio. La Sanderson era, sino al 1980, un’industria agrumaria molto attiva che dava lavoro a parecchio personale. Poi il fallimento. Ora è una bomba ecologica in una zona della città ormai molto popolata.  Al suo interno, dove si lavoravano agrumi utilizzando caldaie che per funzionare bruciavano oli minerali e idrocarburi, potrebbero esserci ancora scorie. Si disse anche che, dopo il fallimento, nei 70 mila metri quadri dei capannoni abbandonati ci fossero finiti pure i fusti della ex Smeb, altra bomba ecologica della zona falcata. Una relazione tecnica commissionata dal pm Angelo Cavallo e firmata dal consulente chimico Bartolo Capone, aveva stabilito, qualche anno fa, che nell’area ex Sanderson erano stati stoccati oltre 130 big bags, cioè sacchi colrmi di rifiuti speciali (per oltre 100 tonnellate) e 40 fusti di oli minerali e sostanze petroleose. E nei capannoni, con tetti ovviamente in eternit, migliaia di metri cubi/tonnellate di rifiuti pericolosi depositati sul terreno. In sostanza sono stati trasportati circa 5000 chili di rifiuti pericolosi senza il dovuto e previsto formulario, alcuni persino di provenienza sconosciuta. Già nell’agosto 2007 un incendio distrusse gran parte di quelle materie, diffondendo nell’aria i fattori inquinanti. Nel novembre scorso, poi, la magistratura tornò ad occuparsi dello scempio compiuto nell’area della ex Sanderson. Era venuto alla luce che in essa venivano stoccati ancora rifiuti pericolosi. Saltò fuori, attraverso un’indagine della polizia municipale, che alcuni autocompattatori dell’Ato 2 entravano nell’area dell’ex Sanderson e scaricavano rifiuti differenziati, provenienti da Milazzo. L’indagine avrebbe accertato che l’Esa, l’ente proprietario dell’area, aveva stipulato un contratto di guardiania con la cooperativa Rete abile per un importo annuo di 15 mila euro. La Polizia Municipale scoprì anche che Provincia e Regione non avevano mai autorizzato lo stoccaggio di rifiuti all’interno dell’ex Sanderson.
Fu indagato il presidente della cooperativa “Rete Abile”, Marcello De Vincenzo, per stoccaggio non autorizzato di rifiuti proveniente da altri enti.
La domanda è: ancora oggi cosa custodivano i capannoni della fabbrica dismessa? Ed ancora: cosa, le fiamme, diffonderanno nell’aria di una zona densamente abitata?

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