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Terna. Le Associazioni denunciano: «Inerzia degli organi regionali»

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tn TernastazioneIl Coordinamento Ambientale Tutela del Tirreno smentisce, con una nota, che i ritardi nella prosecuzione del progetto dell’Elettrodotto Terna possano essere imputati alla protesta di associazioni e cittadini, e specifica: «La Società Terna, in occasione dei confronti, si è sempre rifiutata di sospendere i lavori, anche per un’ora. La responsabilità dei ritardi, se ritardi ci sono, è da attribuire esclusivamente alla società Terna. Uno dei motivi è certamente la scelta del sito per la realizzazione della nuova Stazione elettrica di Villafranca Tirrena. Terna — prosegue la nota — è stata costretta ad intervenire su tutta la montagna franata per tentare di arginare il dissesto, provocato dagli scavi effettuati incautamente ai piedi del versante, sottovalutando le problematiche di instabilità legate alla presenza di gessi e argille del Messiniano e del Tortoniano. Una localizzazione certamente sbagliata perché il sito si presenta senza soluzione di continuità rispetto all’area limitrofa dei “Calanchi di Serro”, posta sotto tutela già nel 2008 per la presenza diffusa di fenomeni calanchivi.  Eppure — chiariscono le Associazioni —, nonostante la complessità delle opere e il fatto che siamo in zona sottoposta a vincolo paesaggistico, in Zona di Protezione Speciale e sul confine di un Sito di Importanza Comunitaria, l’intervento non è stato sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale, nemmeno a seguito della prescrizione del Genio Civile di realizzare una strada d’accesso». Cresce la preoccupazione trai i cittadini e la Associazioni preoccupate che il mancato ammodernamento delle centrali siciliane e alle condizioni della rete regionale «non potrebbe mai sopportare un ulteriore trasporto interno di energia elettrica perché già oggi non ne consente un libero flusso. Si ha la sensazione — scrivono — di una campagna suggerita e ben orchestrata da Terna per piegare la resistenza delle popolazioni e delle associazioni che contrastano le scelte progettuali adottate». A ciò si aggiunge anche che: «come risulta dal verbale della seduta dell’Assemblea Regionale Siciliana del 6 marzo scorso, la realizzazione del tratto aereo dell’elettrodotto è stata avviata senza la verifica di ottemperanza sul progetto esecutivo.

Il progetto di elettrodotto viola il divieto di costruire nuovi elettrodotti aerei, previsto nel Piano di Gestione della Zps. Qualcuno ci vuole spiegare perché Terna non deve rispettare le leggi comunitarie, nazionali e regionali? Oppure basta sventolare somme compensative per superare tutte le norme in contrasto con l’opera?».

«È sconcertante — rimarcano — che da tutti questi cultori dell’energia e del risparmio, da farsi sulla nostra pelle, non si fa cenno ai problemi della salute e dell’ambiente delle popolazioni interessate. La Società Terna fa finta di non sapere che dal 2002 la valle del Mela interessata al passaggio dell’elettrodotto è stata dichiarata Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale. Su questo territorio, tristemente noto per l’aumento spropositato delle patologie tumorali, è necessario intervenire con piani di risanamento e non con l’installazione di altre fonti di inquinamento». Cittadini e Associazioni si domandano perché il Governo Regionale non si è ancora espresso chiaramente sull’argomento. «Risibile e ridicola — continua la nota — appare la tanto decantata interconnessione elettrica della Sicilia con il continente; Terna dimentica di dire che il “ponte dell’energia” (così fu annunciato dall’allora Ministro Prestigiacomo) serve solo a collegare la Sicilia alla vicina Calabria, non esistendo una adeguata interconnessione di questa regione con il resto della Penisola. In poche parole, si sta nascondendo il fatto che la Sicilia, che ha già una produzione in esubero, viene chiamata a smaltire il surplus di energia del 78%, dichiarato per la Regione Calabria già dal 2008. Si continua ad ignorare che il basso costo dell’energia prodotta in Calabria è dovuto essenzialmente all’incredibile surplus di produzione già citato e all’uso del carbone: questo significa che la Sicilia è chiamata a risolvere gli errori di pianificazione della Calabria e le scelte ambientali sbagliate». E sull’intervento dell’Antitrust aggiungono: «Ci chiediamo a che titolo interviene su una mozione approvata a larghissima maggioranza dall’Assemblea Regionale Siciliana che si limita a chiedere che le criticità del progetto, legate agli aspetti sanitari e a norme ambientali vigenti nella Regione, vengano superate con una scelta più consona alle giuste esigenze della popolazione?». «Nonostante, da oltre due mesi, l’Assemblea Regionale abbia approvato, quasi all’unanimità, una mozione che impone al Governo Regionale di attivarsi per la modifica del progetto nei punti critici contestati dalle popolazioni, assistiamo ad una colpevole inerzia degli organi regionali che hanno il dovere di garantire la tutela della salute, la salvaguardia dell’integrità del territorio, il rispetto della legge in particolar modo delle leggi regionali poste a garanzia di un giusto progresso delle nostre comunità».

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