Risanamento, il Comune tenta l’acquisto di alloggi inabitabili. Zuccarello e Sindoni vanno in Procura

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Il percorso verso il totale risanamento della città di Messina continua a dimostrarsi lungo e tortuoso. Curiosa la vicenda segnalata dai consiglieri comunali Santi Zuccarello e Donatella Sindoni, durante una conferenza stampa tenutasi in mattinata a Palazzo Zanca.

Con una delibera del marzo 2014, il Comune di Messina ha pubblicato un bando finalizzato all’acquisto di alloggi di proprietà privata da destinare successivamente alle famiglie che abitano nelle aree da risanare di Fondo Fucile, Gazzi e via Taormina. Operazione possibile grazie ai sette milioni di euro messi a disposizione dalla Regione. Il bando pubblicato dal Comune fissa nel 30 giugno 2014 il termine ultimo per la presentazione delle offerte da parte di privati, consorzi di cooperative o enti edilizi. Secondo tale bando, tra i requisiti che gli immobili devono soddisfare vi è l’immediata abitabilità “ovvero entro il termine inderogabile di 6 mesi dalla data di pubblicazione del bando (quindi entro l’11 settembre del 2014) ed in possesso del regolare certificato di abitabilità”. 

Scaduti i termini del bando, lo scorso novembre il Dirigente del Dipartimento Politiche per la casa, Maria Canale, provvedeva a stilare la graduatoria finale che indicava come aggiudicatari gli immobili offerti dalla Effe D. Costruzioni (12 alloggi) e dalla Tuttedil (4 alloggi).

Fin qui tutto normale, peccato che alcuni cittadini residenti in altri appartamenti facenti parte del medesimo complesso edilizio edificato dalle ditte Effedi e Tuttedil, segnalarono al Comune la mancanza di abitabilità degli alloggi presenti in graduatoria, ribaltando di fatto il parere del Dipartimento competente. La successiva documentazione fornita da Palazzo Zanca, non fa altro che confermare quanto denunciato dai residenti: una scheda tecnica prodotta per conto del Comune dall’architetto Reale ribadisce, infatti, la mancanza della certificazione comprovante l’abitabilità del 16 alloggi.

“Per contro il Comune di Messina – spiegano Sindoni e Zuccarello – pur essendo ben conscio che gli appartamenti in questione non potevano né possono formare oggetto di vendita poiché  privi del requisito essenziale dell’abitabilità, è andato avanti stipulando con le ditte offerenti i relativi preliminari di vendita”.  11046330_953021134741846_1083627566557138249_n

Ma ecco che entra in scena la Regione. A Palermo è infatti arrivata  la medesima denuncia, inoltrata al Comune dai cittadini proprietari di alloggi facenti parte dello stesso comparto edilizio. L’assessorato regionale alle Infrastrutture, dopo aver emesso le pratiche di finanziamento, ha bloccato tutto, avviando una procedura ispettiva tesa alla verifica della fondatezza di quanto denunciato dai residenti.

A questo punto i componenti di Missione Messina cercano di fare luce sulla vicenda. “Pur alla luce della dichiarazione e certificazione fatta da tecnici comunali circa l’assenza del certificato d’abitabilità in relazione alle offerte, nello stilare la graduatoria la dottoressa Canale ha dichiarato, circostanza non corrispondente al vero che essi, alla data di pubblicazione del bando, erano dotati di abitabilità. La circostanza – continuano Zuccarello e Sindoni – ha arrecato beneficio alle ditte aggiudicatarie ma prive di requisiti ed un ingiusto danno sia alle altre ditte partecipanti ma escluse nonché a quelle proprietarie di alloggi non muniti di abitabilità entro i termini del bando e che pertanto non si sono presentate”.

Zuccarello e Sindoni si rivolgono direttamente alla Procura che dovrà comprovare l’esistenza dei reati di abuso d’ufficio e omissioni di atti d’ufficio così come indicato nell’esposto a firma dei due consiglieri.

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