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Risanamento. Gioveni propone l’utilizzo dei fondi delle Protezione Civile

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amiaIl Consigliere della terza circoscrizione, Libero Gioveni, si rivolge all’Amministrazione comunale (presente e futura) e alla deputazione regionale messinese per riflettere sul delicato tema del Risanamento. «Mi preme fare delle considerazioni relative a questo delicatissimo settore — spiega Gioveni —, alla luce sia dell’immobilismo regnante negli anni (tranne che per qualche rara eccezione), sia per i pericoli per la salute e la sicurezza di centinaia di famiglie che da decenni attendono l’assegnazione di una dimora dignitosa». «Negli ultimi anni, infatti — ricorda l’esponente Udc —, sono stati numerosi gli episodi di pericolo che hanno interessato le aree del Risanamento l’ultima in ordine di tempo si è verificata  domenica scorsa con l’improvviso sbalzo di tensione elettrica che ha generato il panico nelle baracche di via Santa Silva a Camaro S. Paolo, ma si ricorderanno anche l’incendio in una baracca di via Carbonaro nel giugno 2011, così come sono tantissime anche le ordinanze di sgombero emesse nei confronti di quei nuclei interessati da crolli di tetti, “esplosioni” di condotte fognarie all’interno delle baracche o instabilità strutturale degli stessi tuguri. A tutto questo — prosegue — si aggiunge anche l’enorme “piaga” per la salute pubblica riconosciuta persino a norma di legge che è rappresentata dalla presenza dell’amianto “killer” nelle varie baraccopoli cittadine (fra tutte quella di Fondo Fucile e le 140 famiglie che vi risiedono)». «Non si può non riflettere seriamente sul fallimento della politica messinese e regionale nel settore del Risanamento — insiste il consigliere —, che partendo dalla L.R. 10/90 non è riuscita a dare quelle importanti risposte che non solo chi vive in baracca si aspettava, ma anche tutti quei cittadini messinesi che si vantano di vivere in una città apostrofata come “porta della Sicilia” o, così come leggiamo anche in qualche cartello di benvenuto, “città d’Europa”». Gioveni propone l’avvio di nuovi percorsi politici, amministrativi e normativi, «diversi da quelli intrapresi negli ultimi 23 anni», che includano la possibilità, specie per le zone classificate più a rischio, di scorporare alcuni ambiti di Risanamento finora finanziati con la L.R 10/90 e altre similari, inserendoli nel contesto di progetti da finanziare esclusivamente con i fondi della Protezione Civile.

 

 

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