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Primo giorno di scuola. I ragazzi siciliani tornano sui banchi: “tra luci e ombre”

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ricomincia scuolaSi ricomincia. Questa mattina, zaino in spalla, anche gli studenti siciliani faranno ritorno sui banchi di scuola e vi rimarranno fino al 10 Giugno 2014. Eccezion fatta per le scuole dell’infanzia che chiuderanno, invece, il 30 Giugno. Lasciata alle spalle la pausa estiva, le prossime vacanze lunghe in agenda saranno quelle natalizie che — secondo il calendario scolastico regionale — sono state fissate dal 23 Dicembre al 6 Gennaio. Altri motivi di interruzione dell’attività scolastica saranno: dal 1 al 3 Novembre 2013 (Ognissanti); le festività pasquali, dal 17 al 22 Aprile 2014; Pasquetta; il 25 aprile, anniversario della liberazione; il primo Maggio, festa del lavoro; il 15 Maggio, festa dell’Autonomia siciliana; il 2 Giugno Festa della Repubblica. Nel frattempo i ragazzi siciliani dovranno pensare a studiare.

L’anno scolastico 2013-2014, non si apre però nel migliore dei modi, a cominciare dai più piccoli. Per quanto riguarda, infatti, gli asili nido, a Messina, ne rimarranno aperti solo 3 e dovranno accogliere circa un centinaio di bambini. In generale, i tagli alle cattedre, che hanno suscitato proteste e tanto scalpore, porteranno ad accorpamenti e alla crescita del numero di alunni presenti in un’unica aula/classe;  un sovraffollamento che graverà negativamente sulla stessa qualità dell’apprendimento scolastico.

Al taglio degli insegnati si somma anche quello delle spese da parte dell’Inps. Sono stati di fatto eliminati i contributi riservati alle famiglie per ricevere assistenza psicologica e logopedistica, destinata ai ragazzi ebambini con difficoltà di apprendimento, in ambito scolastico. L’istituto nazionale di previdenza non erogherà più l’assegno di 200/300 euro mensili a loro destinati.

 

Sempre nella nostra città, le scuole dovranno fare i conti con  i problemi strutturali: molti gli edifici che versano in cattive condizioni. Di qualche giorno fa la notizia che gli assessori, alla protezione civile, Filippo Cucinotta, e all’urbanistica, Sergio De Cola, hanno disposto la modifica del piano di protezione civile preesistente in modo da poter includere otto scuole nella richiesta di rafforzamento strutturale: “Petrarca” di Ganzirri, “Beata Eustochia” dell’Annunziata, “S. Francesco di Paola” di San Licandro, “Paino” di Gravitelli, “Leopardi” di Minissale, “Castronovo” di Bordonaro, “Leonardo Da Vinci” di Ponte Schiavo e “Pugliatti” di Castanea.

Altro problema con conseguente disagio riguarda gli impianti di riscaldamento, indispensabili con l’arrivo della stagione fredda. A questo proposito, i Consiglieri Benedetto Vaccarino e Mario Barresi hanno chiesto all’Amministrazione Comunale di effettuare una verifica in tutte le scuole cittadine, per evitare che il cattivo funzionamento, spesso la totale assenza, dei riscaldamenti costringa i genitori, così come accaduto lo scorso anno, a non mandare i figli a scuola nei giorni più freddi.

Una stangata consistente per le famiglie arriva anche dal fronte libri. La spesa che queste dovranno sostenere ha subìto, per l’anno scolastico 2013-2014, un ulteriore impennata. Dai 488 euro dello scorso anno, causa aumento del 5% — denuncia il Codacons —, si passa ai circa 521 euro di quest’anno. Con il decreto Carrozza, infatti, il tetto di spesa sarà stabilito dai dirigenti scolastici, e non più di competenza del ministero. A complicare ancora di più la situazione, la soppressione dell’articolo 5 del decreto-legge n.137/2008 convertito dalla Legge n.169/2008, che obbligava le scuole ad adottare solo libri per i quali gli editori si erano impegnati a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio. Si azzera così il mercato dell’usato.

A far sì che la situazione non risulti proprio delle più rosee, si aggiunge anche il trend negativo dell’abbandono scolastico: in Sicilia — secondo i dati statistici del Censis — il 25% dei ragazzi di 18-24 anni lascia gli studi dopo la scuola dell’obbligo. Sono soprattutto i ragazzi ad abbandonare precocemente: nel 2011, nonostante una lieve riduzione del fenomeno, la percentuale si attesta per loro intorno al 28,5%, mentre tra le ragazze solo il 21,3% non prosegue gli studi. Un dato che sicuramente, considerata anche la particolare congiuntura economica, non fa certo stare tranquilli.

La speranza, però, è sempre l’ultima a morire — recita una massima ampiamente conosciuta —, e sulla speranza di un futuro migliore ci soffermiamo, nell’augurare ai ragazzi, che oggi ricominciano il loro percorso educativo, un buon anno scolastico.

 

Giusy Gerace

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