Ottocento su Facebook, cento in piazza. L’inganno virtuale

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“Mandiamoli a casa”. Questo lo slogan utilizzato da un gruppo spontaneo di cittadini per promuovere la manifestazione andata in scena questa mattina davanti a Palazzo Zanca, per chiedere le dimissioni dei consiglieri comunali coinvolti nell’inchiesta Gettonopoli. Peccato che a casa sia rimasta la maggiorparte dei messinesi chiamati a far sentire la propria voce. Tante la adesioni virtuali all’evento lanciato su facebook, pochissime le presenze in piazza.

Ormai è ufficiale: al messinese piace indignarsi solo sui social network. Incolpa i politici locali di essere attaccati al proprio ruolo, ma è il primo a rimanere col sedere incollato alla poltrona quando si tratta di manifestare per qualcosa che non sia strettamente legata al mondo del pallone.

Ma quella di oggi non è la prima manifestazione ad essere stata disertata. Era già successo nelle scorse settimane durante l’emergenza idrica, quando il movimento “L’Altra Messina” aveva chiamato a raccolta la città per far sentire la propria voce su una vicenda paradossale. Un invito lanciato due volte, ma mai pienamente raccolto dalla maggioranza dei messinesi.

E torniamo alla manifestazione odierna. All’evento hanno comunicato la propria adesione ben 888 persone, in piazza a stento si è superata quota 100. In una città con tassi elevatissimi di disoccupazione la scusa del “non posso, devo lavorare” non regge, almeno per la maggioranza. Non resta che rassegnarsi all’apatia di un popolo ormai impassibile davanti a qualsiasi stimolo, consolandoci magari con il ruggito di tanti “leoni da tastiera”.

Andrea Castorina

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