Foto della Madonnina dello Stretto di Messina

Boom di nuove imprese. Messina al primo posto tra le province italiane

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foto messina - madonnina del porto

In crescita il numero di nuove imprese a Messina.
A diffondere la notizia è uno studio condotto da Unioncamere, che rivela che durante l’anno 2017 sono ben 1.322 le nuove aziende iscritte nei registri della Camere di commercio. La città dello Stretto si guadagna il primo posto in Sicilia e in Italia, risultando la Provincia con il più alto tasso di crescita.

Lo studio di Unioncamere sul tasso di natalità e mortalità delle imprese italiane nel 2017 rivela che sono 46 mila le imprese in più sul suolo nazionale: un segnale che mostra come gli italiani, nonostante siano provati dalla turbolenta economia nazionale, continuano a credere nell’impresa. L’aumento del 0,7% rispetto al 2016 è merito sopratutto del Mezzogiorno, dove si è registrato un incremento del 60%.

Graduatoria del tasso di crescita in Sicilia nel 2017

  1. Messina: 2,22%
  2. Catania: 2,05%
  3. Agrigento: 1,97%
  4. Trapani: 1,90%
  5. Siracusa: 1,65%
  6. Enna: 1,50%
  7. Ragusa: 1,5%
  8. Palermo: 0,87%

In Italia i settori, più interessati dalla crescita riguardano il turismo, i servizi alle imprese e le attività professionali scientifiche e tecniche. In particolare nel Mezzogiorno, la nascita di nuove imprese si è registrata sopratutto in ambito turismo e agricoltura.

 «Il Sud del nostro Paese mostra segnali di miglioramento – sottolinea il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello. Per questo occorre aiutare gli imprenditori a tenere il passo con i cambiamenti che sempre più rapidamente investono il mondo dell’economia. 46 mila imprese in più rispetto al 2016  – conclude il presidente – sono un segnale che l’Italia sta riprendendo la via della crescita»

Secondo quanto rivelato da Unioncamere, sono due i fenomeni che spiegano questo risultato ottenuto lungo tutta la penisola, il primo riguarda l’ulteriore rallentamento della nascita di nuove imprese – quasi 357 mila a livello nazionale – pari all’1,8% in meno del 2016. A questo va aggiunto una più consistente frenata delle chiusure, poco più di 311mila.

 

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