foto del tram di messina, piazza cairoli

Il Movimento 5 Stelle dice NO all’eliminazione del tram a Messina. «È un servizio essenziale»

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I consiglieri comunali e di circoscrizione del Movimento 5 Stelle tornano parlare della dismissione del tram a Messina. Ribadiscono a gran voce il loro NO al progetto dell’amministrazione De Luca che prevede l’eliminazione dell’attuale sistema tranviario entro giugno 2019 e la nascita di un nuovo tram, annunciata dopo uno dei viaggi a Roma delle scorse settimane.

«Il tram, una risorsa per il trasporto pubblico di Messina che va modificato, valorizzato e non dismesso – spiegano i pentastellati. Da settimane assistiamo ad un continuo attacco da parte dell’amministrazione, sull’utilità del Tram e su presunti costi di gestione non più sostenibili, per poi sentire il Sindaco parlare di filobus o di modifiche all’attuale sistema, insomma, la confusione più totale».

I consiglieri del M5S sottolineano, inoltre, la possibilità di utilizzare circa 16 milioni di euro per poter potenziare l’attuale tram e garantire una migliore qualità del servizio di trasporto pubblico offerto ai cittadini.

«Risultano in corso di erogazione cospicui finanziamenti previsti sia dalla delibera del CIPE del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti 11,4 mln, inerente la ristrutturazione della linea ricompresa tra stazione centrale e viale Boccetta, nonché un secondo finanziamento di 5,4 mln, previsto dai fondi POC Metro per un “revamping” generale comprendente la ristrutturazione della linea ed un incremento delle vetture del tram da 8 a 12. Entrambi i finanziamenti andrebbero persi in presenza di dismissioni o modifiche non coerenti con i progetti presentati per richiedere i suddetti finanziamenti. Buona parte delle risorse extra bilancio che l’amministrazione De Luca ha inserito nelle relazioni tecniche del Salva Messina destinate ad Atm ed alla mobilità sono in realtà per la quasi totalità risorse e fondi Poc e Pon Metro già intercettate precedentemente ed in buona parte destinaste proprio alla linea tranviaria che un giorno si vuol dismettere e l’altro modificare».

Un’occasione che secondo i pentastellati sarebbe un vero peccato perdere, anche alla luce dei problemi che il nuovo piano invernale dei bus ATM sta dimostrando. «Il tram registra circa 3 milioni di utenti l’anno, cioè oltre 8mila utenti al giorno (dati bigliettamento) e rappresenta la spina dorsale di qualsiasi sistema a pettine che possa essere studiato perché è l’unico in sede protetta e che quindi può rispettare orari garantire orari certi, ed il fallimento del “piano shuttle” lo dimostra ampiamente».

Invece di proseguire con il progetto della dismissione, quindi, il Movimento 5 Stelle punta al potenziamento dell’attuale tram a Messina. «Con le 6 vetture attuali ha una frequenza di 15 minuti ma se si arrivasse, con l’utilizzo delle risorse previste dai suddetti finanziamenti per modificare il tracciato, saltando la rotonda della stazione ferroviaria, la cesoia dal porto e arrivare a 12 vetture si arriva a 6-7 minuti che con un vero sistema a pettine garantirebbe un sistema di trasporto pubblico realmente efficiente e non il disastro che quotidianamente da mesi riscontriamo, oltre all’impiego importante di risorse della polizia municipale che sguarnisce altri servizi».

«Non siamo assolutamente d’accordo con l’amministrazione – concludono i consiglieri – che ritiene il tram un mezzo di trasporto pubblico costoso ed obsoleto. La capienza di un tram è pari a quasi 3 autobus “shuttle” non teme concorrenza alcuna, in quanto il percorso in sede protetta assicura maggiore la puntualità degli orari tram, oltre a non avere emissioni inquinanti, quindi certamente più ecologico. Ribadiamo quindi la necessità di mantenere un servizio pubblico essenziale dall’utilità sociale fondamentale, soprattutto per le categorie protette e più disagiate, realizzando le opportune modifiche all’attuale percorso tranviario ed incrementando il numero di vetture, auspicando che la continua propaganda attuata dal Sindaco lasci il posto ad una ampia e condivisa progettualità sull’intero sistema di mobilità cittadino che coinvolga realmente tutte le parti interessate».

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