Sensori Smart Me a Messina

Messina vista dagli americani: la città dello Stretto fa arrossire la Silicon Valley

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“Messina come la Silicon Valley, anzi meglio!”. Se il nostro inglese non ci inganna è questo il taglio dell’articolo, corredato da un video-documentario, molto bello apparso qualche giorno fa su CNET.

Il magazine californiano ha infatti voluto inserire anche Messina nella serie The Smartest Stuff, (traduzione molto libera: La roba più intelligente) programma che mostra come gli innovatori stanno cambiando il mondo in cui viviamo.

Perché Messina è entrata a far parte di questa serie?

Il motivo è il progetto Smart ME, promosso dall’Università di Messina e finanziato attraverso il crowdfunding che, a pieno regime, porterà Messina a essere “la più intelligente delle smart city”.

Sensori Smart Me a MessinaIperbole giornalistica a parte, stiamo parlando di un progetto molto complesso e ambizioso. Grazie a una rete di sensori e telecamere sarà possibile, tra le altre cose, conoscere i flussi di traffico, monitorare il tempo e l’umidità dell’aria. Aspetti, questi, che saranno utili anche ai cittadini che potranno sapere, ad esempio, dove trovare parcheggio o – come si vede nel video – quanta fila c’è all’aeroporto di Catania (uno dei sensori del progetto Smart ME è stato installato all’interno del “Vincenzo Bellini”).

Il progetto dell’Università sarebbe rimasto in un cassetto se l’Amministrazione Comunale non avesse supportato attivamente l’iniziativa. Un’interessante opportunità di cooperazione tra enti pubblici che, sopratutto alle nostre latitudini, non può passare inosservata.

intervista_smartTutto bello? Fino a un certo punto. Nel servizio è evidenziato come queste tecnologie saranno inutili se i cittadini decideranno di ignorarle. «Dobbiamo cercare di far capire alle persone – dice il professore Puliafito, responsabile del progetto Smart Me e cicerone del giornalista di CNET – che questi servizi possono davvero migliorare la loro vita».

Al lavoro di progettazione, installazione e sperimentazione (non dimentichiamo che SmartMe è un esperimento) bisognerà affiancare un processo di evangelizzazione sull’utilizzo di queste tecnologie e sui benefici che possono portare se correttamente utilizzate.

Un aspetto che non potrà essere sottovalutato, pena la buona riuscita del progetto. Solo così potremo affiancare alla soddisfazione di vedere raccontata la nostra città per le sue qualità e le sue eccellenze in tutto il mondo il vero benessere nel viverla tutti i giorni.

Le immagini presenti nell’articolo sono reperite dal video che potete vedere qui sotto e sono proprietà di CNET.

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  1. Il progetto smart me è propinato da anni da alcuni personaggi di cricche esclusive per mezzo di crowdfunding fallimentari e pindarici. A quando contratti di lavoro seri per avviare progetti che non siano usa e getta?? Fate le persone serie se riuscite

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