Benvenuti a Messina, dove la pista ciclabile diventa parcheggio auto

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Centro città, fronte Università, ora di punta, tutti i giorni. Quella della foto, che illustra una fila di macchine parcheggiate indifferentemente sulla pista ciclabile, ormai presente da più di un giorno, è semplice routine.

Segnale verticale che troneggia su nitide strisce gialle ad evidenziare la corsia destinata ai ciclisti, che dovrebbe essere sgombra da ogni elemento di intralcio alla loro viabilità e di facile fruizione. Ma nonostante ciò i conducenti vi parcheggiano, impuniti, le loro auto.

Succede a Messina, la città bellissima adagiata sullo Stretto che da lei prende il nome, ma con una popolazione spesso incivile, che non ha, forse, mai accettato la “sottrazione” di quella fetta di carreggiata riservata ai ciclisti, che non sono più costretti ad arrivare sulla litoranea per usufruire di uno spazio loro, senza rischiare di essere investiti.

Di fronte al Rettorato dell’Università di Messina, luogo di cultura e istruzione, i ciclisti sono costretti ad abbandonare la pista ciclabile e invadere la carreggiata di ordinaria circolazione che subisce un rallentamento. Diventa un circolo vizioso che produce uno dei problemi più grossi che la nostra città deve affrontare: il traffico.

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Nessuna meraviglia per un fenomeno che altrove sarebbe sicuramente oggetto, non solo di grosse critiche, ma anche di gravi sanzioni. E se arrivano i turisti a fotografare il misfatto? Tutto normale siamo a Messina.

Più che per denuncia, ci serva da insegnamento questa foto che ritrae la nostra distrazione, ci serva per capire che se tutti rispettassimo le regole la nostra città sarebbe semplicemente l’angolo di paradiso ritratto dalle foto nelle cartoline e nei souvenir.

Martina Zaccone

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  1. “se tutti rispettassimo le regole la nostra città sarebbe semplicemente l’angolo di paradiso ritratto dalle foto nelle cartoline e nei souvenir.”
    E invece questa città è quell’angolo di inferno popolato da 248000 selvaggi (cittadini e classe dirigente inclusi tutti) che hanno fatto dell’inciviltà, dell’arroganza e della maleducazione la loro ragione di vita. Ormai non ci fanno (facciamo) più neanche caso, tanto è l’assuefazione e l’abbrutimento centennale a questo stato di cose che qualsiasi critica resterà fine a se stessa. Non vedo speranza. Non ne abbiamo. Almeno fino a quando l’ultimo dei suddetti 248000 non sarà emigrato all’estero spopolando definitivamente la città.

  2. Comunque molte di quelle auto, secondo me, sono di funzionari dell’Università ivi compresi i portieri!

  3. Ma siamo a Messina, dove tutto si può fare, e anche sorvolare su tutto , io ogni tanto faccio la prova delle assicurazioni, a Messina il 40 per cento non è assicurato, e basta una semplice app.Le forze dell’ordine anche camminando per strada potrebbero controllare, per non parlare di quelle senza revisione, ma siamo a Messina, possiamo fare di tutto, tanto non controlla nessuno .

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