L’acqua torna, ma non la memoria. E la commissione d’inchiesta?

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A poco più di un mese dall’ultima “tragedia idrica”, Messina da sabato è tornata nuovamente a secco per un guasto alla sfortunata condotta Fiumefreddo, riscontrato nei pressi di Forza d’Agrò. L’Amam è intervenuta tempestivamente, minimizzando comunque il danno. Forse per non rischiare una sommossa popolare in seguito all’ennesimo disservizio.

Paradossalmente, il guasto di ieri è servito: Messina, nota per avere gli abitanti con la memoria più corta d’Italia, è temporaneamente tornata a ricordarsi di quanto sia precario il proprio acquedotto e di quanto sia probabile incorrere in emergenze idriche con cadenza quasi mensile. Quando a novembre l’acqua è riapparsa nelle case, dopo un’assenza di quasi un mese, la luce dei riflettori accesi sulla vicenda si è velocemente affievolita e tutto è tornato lentamente alla normalità (se di normalità si può sempre parlare alle nostre latitudini).

Ma non è soltanto il cittadino comune ad aver dimenticato troppo in fretta. Anche a Palazzo Zanca c’è chi ha preferito tornare ad occuparsi di politica (se di politica si può sempre parlare alle nostre latitudini). Precisamente, che fine ha fatto la commissione d’inchiesta che i consiglieri comunali erano pronti a formare per individuare i responsabili di quanto accaduto tra ottobre e novembre scorsi? L’idea, partorita dai Dr, era stata accolta dall’Aula e 17 consiglieri si erano detti pronti a firmare. Sarebbe dovuta nascere una specifica commissione composta da 13 componenti del civico consesso,  più un esponente della presidenza del Consiglio. I lavori sarebbero durati tre mesi e i relativi atti secretati. Nel corso degli incontri, l’organo investigativo avrebbe chiamato  in audizione tutte le figure chiave della vicenda, Amam in primis.

Tra i promotori vi era il vicepresidente del Consiglio comunale Antonino Interdonato che alla domanda di cui sopra ha risposto con un semplice “non l’hanno voluta fare”. Evidentemente qualcuno preferisce dimenticare e andare avanti, specie chi da pochi giorni si è tuffato in un bel mare “azzurro” ed è pronto a rimescolare le carte per lo sviluppo della città (se di sviluppo si può sempre parlare alle nostre latitudini).

Ma c’è un’eccezione. Daniela Faranda, dopo il guasto riscontrato ieri, ha inviato un’interrogazione urgente al Sindaco e ai vertici Amam. “Ritengo – spiega il capogruppo Ncd –  sia il caso di correre ai ripari nell’immediato, chiarire una volta per tutte e senza prendere tempo, ai cittadini quali sono le condizioni del servizio e non come, nel recente passato, diffondendo informazioni confuse e assolutamente inaffidabili. Mancano pochi giorni al Santo Natale e, va da sè che un disagio già tremendo in giorni di normalità, sarebbe amplificato dalle festività. Si dica, dunque, con chiarezza se l’interruzione è dovuta alla rottura di un tubo della condotta di Fiumefreddo facilmente riparabile, se e quando riprenderà la regolare erogazione dell’acqua, quali provvedimenti nell’immediato sono stati posti in essere per fornire tutte le zone della città onde evitare il ripetersi dei gravi ed intollerabili disagi subiti dai messinesi. I vertici della partecipata non hanno ancora chiarito molte cose, tra cui l’analisi completa delle condizione delle tubature che forniscono la città, si agisca non solo per fronteggiare il disservizio di questo momento ma, per risolvere il problema e chiarire alla città intera quale percorso ha intrapreso per sanare ogni criticità”.

“E questa storia, mi si consenta di dire – conclude Faranda – sta diventando ridicola e inaccettabile. I messinesi hanno già sopportato fin troppo con una pazienza stoica.”

Andrea Castorina

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