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Labdem e Adis: “Il trasporto pubblico è migliorato, ma dal Comune ancora porte chiuse”

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Le associazioni Adis e Labdem, spulciano le carte e tirano le somme sulle tante criticità messinesi. Dal risanamento urbano alla raccolta dei rifiuti, dalla mancata ultimazione degli svincoli di Giostra al porto di Tremestieri. Tuttavia, le due realtà sottolineano timidi segnali di ripresa nel settore trasporti con il graduale miglioramento del servizio offerto dall’Atm. ““L’arrivo di nuovi mezzi – spiegano Frisone e Barbalace –  e l’assunzione a tempo determinato di nuovi 20 autisti, hanno portato un poco di “curiosità”, certo non di ottimismo, nei cittadini e negli stessi lavoratori dell’azienda in quanto si immagina che ciò possa contribuire ad allontanare lo spettro (che tuttavia permane) della possibile scomparsa del servizio di trasporto pubblico da troppo relegato in condizioni di sfascio”.

Le due associazioni hanno da sempre invitato l’amministrazione comunale ad avviare un serio confronto sulla delicata tematica della mobilità urbana. Tante le idee messe sul tavolo da Adis e Labdem per migliorare il trasporto locale, ma da Palazzo Zanca proviene solo un assordante silenzio. “Registriamo l’ostinato e pervicace rifiuto di ogni dialogo su tutto e con tutti da parte dell’attuale Amministrazione, la quale rigetta ogni possibile interlocuzione per la partecipazione ed il coinvolgimento dei cittadini destinatari del servizio. E così, nonostante l’arrivo di nuovi mezzi continuano a sussistere, a causa della totale mancanza di una strategia e di una visione funzionale del servizio, evidenti indici di squilibrio economico e produttivo”.

E a proposito di miglioramenti la nota di Frisone e Barbalace sottolinea alcuni aspetti che andrebbero analizzati per diminuire i costi in casa Atm, ottimizzando al contempo il servizio. “I costi di gestione permangono a livelli ancora troppo alti ed il rapporto costi-ricavi presenta un saldo fortemente negativo (a Messina solo il 14% dei costi viene coperto dai ricavi commerciali mentre nel resto d’Italia è del 35%); a tutto ciò concorrono i dati relativi alla altissima vetustà dei mezzi, una velocità commerciale molto bassa ed una frequenza di corse assolutamente insufficiente. A fronte di tutto questo non si intravede alcuna proposta credibile da parte delle istituzioni locali né si intravvedono all’orizzonte segni che facciano pensare all’adozione di scelte concrete per assicurare un minimo di attrazione da parte degli utenti per il trasporto pubblico locale. E’ nostra opinione – continuano –  che il rilancio del settore debba passare necessariamente dall’incremento della velocità commerciale che permetterebbe un risparmio dei “costi di rotolamento” con conseguente minore consumo di materiale frenante e gasolio e quindi con la riduzione dei tempi di percorrenza e di converso con l’aumento del numero delle corse nell’arco della giornata. Quest’ultima circostanza, a sua volta, comporterebbe maggiori ricavi determinati dall’incremento dei passeggeri trasportati perché convertiti al mezzo pubblico in quanto più competitivo sul piano dei costi rispetto al mezzo privato”.

“In sostanza – sottolineano Labdem e Adis –  si tratta di garantire il diritto alla mobilità specie nelle aree periferiche della città procedendo alla rimodulazione ed all’incremento dell’offerta del servizio al fine di aumentare “l’indice di riempimento dei veicoli”; l’esperienza del passato ci ricorda che quando il servizio godeva di buona salute e circolavano più mezzi sulla stessa linea a tutti “viaggiavano pieni” anche nelle ore della cd “morbida” mentre oggi con un solo mezzo in linea a volte viaggiavano 2/3 persone e ciò è la conseguenza inequivocabile della inaffidabilità del servizio protrattasi per almeno sette anni e che ha determinato la disaffezione dell’utenza dal mezzo pubblico”Oggi a Messina si tratta di promuovere finalmente il cambio modale per l’esercizio della mobilità urbana. E’ in grado l’attuale Amministrazione di avanzare proposte serie e credibili per il TPL (trasporto pubblico locale), di adottare scelte politiche e gestionali finalizzate a scoraggiare l’uso dell’auto privata in città cominciando ad incidere sulla velocità commerciale dei bus e magari guardando anche ad una opportuna utilizzazione dei recenti fondi destinati alla costruzione di nuovi parcheggi?”.

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