Io, che sono rimasta l’ultima senz’acqua, scrivo

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Ore 11 del mattino di sabato 31 ottobre. Ancora adesso, io che abito in zona Boccetta, aspetto, sette giorni ora che scrivo, che acqua sgorghi dai rubinetti di casa. Così scrivo il mio articoletto di sfogo. La nave cisterna è arrivata in porto ieri sera, ma con essa non l’acqua in tutte le case dei messinesi. E io scrivo. Scrivo che ormai , almeno dalle mie parti, sembra quasi un miracolo, al mattino, appena svegli, dirigersi verso il primo rubinetto disponibile e sognare che aprendolo sgorghi l’acqua, ma niente.

La situazione, qui al ‘nord di Messina’ , non sembra migliorare anche se, già da ieri ci hanno dato le “ufficiali”, e chi ci crede più, rassicurazioni sul caso. Innanzitutto bisogna capire cosa si intende con il termine ufficiale . Gentiluomo? Oppure che proviene da un organo istituzionale, verificato e attendibile? Non si sa. In ogni caso le sibilline parole di sindaco, o meglio, di chi ne fa le veci, riferiscono che entro la serata si dovrebbe andare verso la normalizzazione della situazione. Anche qui potremmo aprire un dibattito (sterile) sull’etimologia di normalizzazione, ma come detto non servirebbe a nulla. E mentre ancora migliaia di persone (e attività) soffrono, patiscono, non riescono nemmeno ad assicurare la minima igiene personale se non ricorrendo alle bottiglie, ai bidoni di fortuna riempiti in giro per la città, o dalla clemenza degli amici (quei pochi che l’acqua ce l’hanno perché non dipendenti dalla maledetta conduttura incriminata), proprio a piazza Cairoli c’è il tripudio di fontane, nemmeno fosse lo spettacolo del Montjuic di Barcellona. Mancano solo i giochi di luce, chissà che non li allestiscano stasera.

Certo, mi direte, o i tecnici lo diranno prendendomi per ignorante, che quell’acqua è stagnante e si ricicla da 5 anni, sempre la stessa. Però, per decenza almeno, potevate bloccarla in questo periodo di siccità.

Ma non è ancora finita, per chi ha vagato per giorni 6 a Messina come un beduino nel deserto sognando di imbattersi in un’oasi, beh a qualcuno è accaduto. Proprio di fronte alla Batteria Masotto, 30 metri circa dalla fermata del tram, c’era, e c’è ancora ed è bene saperlo, una fantastica manichetta voltante nascosta in un’aiuola (immagino usata per irrigazione o non so cosa in tempi non sospetti), da cui zampilla acqua pulita (anche se sicuramente non potabile). La voce non si era sparsa, anche se chi, nella rione Boccetta/Fontana Arena è arrivato a fare 3 ore di fila (pensionati, mamme con bimbi e chi più ne ha più ne metta), ha scovato l’oasi ed è andato a riempire i soliti recipienti di fortuna. Per giorni 6 dicasi sei. Ma io, se continua così, mi sa che ci andrò ancora in giornata.

Una specie di beffa, soprattutto per chi conosce la zona, che proprio a Fontana Arena oggi l’acqua è ancora “a filo”, e poi drammaticamente finirà come ieri e l’altro ieri, mentre poche centinaia di metri più su, allo Scoppo, l’acqua esce che è una bellezza. Ovviamente è acqua di sorgente che nulla c’entra con tubi, fili, collegamenti, condutture e diavolerie simili.

Ma, forse vedo troppe serie americane, è mai possibile che nel 2015, dopo tutti questi giorni di ‘tragedia idrica’, nessuno (ingegneri, tecnici, menti eccelse, addetti ai lavori, semplici operai) non abbiano avuto un’idea, un’illuminazione su come deviare l’acqua da dove c’è a dove non c’è? E’ davvero così impossibile cercare di gestire l’emergenza con gli elementi che abbiamo in nostro possesso?

Una volta si diceva “di necessità virtù”, ma a me sembra che di virtù ultimamente ne siano rimaste proprio poche.

Una prova? Città di circa 250.00 abitati, io sola stamattina in Comune a chiedere notizie certe…perché tanto poi c’è Facebook…

Emanuela De Domenico

 

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