Infrastrutture ferroviarie: Messina ancora una volta tagliata fuori

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Grande risalto mediatico ha avuto l’approvazione del “PON Reti 2014-2020”. Il Ministro Delrio ha detto che sono disponibili 1,8 miliardi di euro da investire nel sud per completare alcune grandi infrastrutture strategiche”.
Rete Civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno accoglie con soddisfazione la notizia del potenziamento di alcune importanti direttrici del Sud Italia, tra le quali la Catania-Palermo, i cui tempi di percorrenza scenderanno dagli attuali 165 minuti a 153 minuti, e la Napoli-Bari sulla quale si viaggerà in 167 minuti in luogo degli attuali 185 minuti, sebbene teorici in quanto oggi occorre effettuare il cambio obbligatorio a Caserta.
Catania, Palermo, Napoli, Bari e i centri compresi tra questi capoluoghi godranno di un piccolo progresso, di un investimento pubblico che non eviterà la marginalizzazione ma che comunque genererà posti di lavoro e comporterà certamente una boccata di ossigeno per una parte d’Italia sempre più in difficoltà.
Il rapporto Svimez 2015 indica infatti che un terzo della popolazione del sud è esposto al rischio povertà, contro un decimo del Centro-Nord. Proprio in Sicilia si riscontra il più alto rischio di povertà, pari al 41,8% della popolazione. Dal 2000 al 2013 il Sud Italia ha registrato un tasso di crescita pari alla metà di quello verificatosi in Grecia.
In questo quadro desolante la città di Messina e l’intera Calabria recitano, ancora una volta, il ruolo di Cenerentole. Per la tredicesima città d’Italia non è previsto alcun tipo di investimento, tranne l’ampliamento di Tremestieri che – se e quando sarà completato – libererà la città dal traffico di attraversamento ma la allontanerà ulteriormente dall’Europa. E, probabilmente, è proprio ciò che qualcuno vuole.
La Gazzetta del Sud di giovedì 30 luglio proponeva un’interessante analisi, a firma di Lino Morgante, in merito all’ampliamento del canale di Suez, che incrementerà il traffico delle merci nel Mediterraneo. “Peccato che la nostra isola non sia collegata stabilmente con il resto d’Italia e che Gioia Tauro non sia ben servita dalla ferrovia”, scriveva Morgante.
Nella giornata precedente, il ministro Delrio affermava che “abbiamo bisogno di lavorare per il superamento dei colli di bottiglia”. In sostanza, per Messina, il treno è passato, grazie ai nemici del Sud e della nostra stessa città. Ora ci tocca lavorare per riportarlo indietro.

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