Lo Monaco al tavolo sindaco

Incontro al Comune, Lo Monaco va via infuriato. Salta l’accordo

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Lo Monaco al tavolo sindacoNon c’è accordo tra l’amministrazione comunale e il patron dell’Acr Messina Pietro Lo Monaco. Due ore d’incontro non sono bastate per chiarire il disaccordo frutto della concessione di un mese, nel 2015, alla società “Messina da Bere” per l’organizzazione dei concerti di Vasco Rossi e Jovanotti. Al tavolo doveva essere discussa la proposta di concessione pluriennale del San Filippo. Lo Monaco, a Palazzo Zanca, era accompagnato da Niki Patti e dal responsabile della comunicazione Vittorio Fiumanò, che si sono accomodati al fianco del patron. Presenti con il sindaco Accorinti l’assessore alle manutenzioni Sergio De Cola e l’Esperto alla Comunicazione Giampiero Neri. Alle 14 l’assessore Sergio De Cola ha lasciato la stanza del sindaco e aveva manifestato ottimismo sulla risoluzione della querelle tra Amministrazione ed ACR Messina: “Lo Monaco aveva manifestato il suo disimpegno ma confidiamo in un ripensamento. C’è un buon clima di collaborazione. Cercheremo di fare tutto quello che è nelle nostre competenze per consentire una serena prosecuzione dell’attività, anche perché il sindaco non potrebbe certo assumere la gestione della squadra. La società è preoccupata perché i concerti potrebbero pregiudicare la tenuta del manto erboso e che non vi siano i tempi tecnici per ripristinarlo. L’Amministrazione ha rinnovato la disponibilità delle aree circostanti al San Filippo. Stiamo rileggendo insieme a loro la bozza della convenzione pluriennale che ci è stata sottoposta: nei prossimi giorni coinvolgeremo anche i Dipartimenti Patrimonio e Manutenzioni”. Ma venti minuti dopo Lo Monaco ha lasciato la stanza del sindaco, sbattendo la porta, confermando il suo disimpegno ed apostrofando duramente il primo cittadino: “E’ più confuso che persuaso, sono furibondo. Lascio la squadra nelle mani dell’Amministrazione. Non mi faccio prendere in giro da nessuno. La delibera non verrà ritirata: il Messina verrà sfrattato dalla sua casa ed io non posso accettarlo. In questa città non si può fare calcio”.

 

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