Inceneritore Valle del Mela. Il Consiglio dei Ministri decide lo STOP

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La lotta contro la costruzione dell’Inceneritore della Valle del Mela si è conclusa. Ieri sera il Consiglio dei Ministri hanno detto “no”. Il termovalorizzatore A2A si sarebbe dovuto realizzare all’interno della centrale elettrica di San Filippo del Mela, a 6 km da Milazzo, scatenando la preoccupazione degli abitanti della zona per i rischi legati all’inquinamento e alla salute pubblica.

Da anni il Comitato No Inceneritore del Mela e diversi comuni della Valle del Mela, portavano avanti una battaglia difficile, tra manifestazioni in piazza e perfino il ricorso al TAR del Lazio, in attesa del verdetto finale del Governo nazionale. Ora i loro sforzi sono stati ripagati, grazie anche all’appoggio da parte del Movimento 5 Stelle.

«Lo stop del Consiglio dei Ministri all’inceneritore della Valle del Mela – racconta in una nota il gruppo parlamentare del M5S all’Ars – è un fatto epocale e una vittoria del Governo del Cambiamento. É un risultato dei cittadini per i cittadini, frutto del lavoro dei territori, degli attivisti, dei meet up, dei portavoce del M5S, delle associazioni ambientaliste, dei tecnici e di quanti in questi anni si sono battuti in difesa dei diritti: alla salute e alla tutela dell’ambiente».

Un risultato, che come raccontano i M5S, si traduce in una vittoria popolare calmando le paure di tutti i cittadini che temevano per i propri figli e la propria salute.

«Questo risultato dimostra che finalmente i cittadini hanno un interlocutore serio a Roma, – conclude il gruppo parlamentare del M5S all’Ars – che c’è un Governo capace di ascoltare le istanze e le preoccupazioni dei cittadini, che non lascia soli i sindaci, che ha a cuore la salute delle persone e la tutela dell’ambiente, che traduce in fatti e atti concreti le richieste provenienti dai territori e che è capace di dare risposte serie e concrete in tempi rapidi. Lo stop alle autorizzazioni è la prova che il caos gestionale dell’emergenza rifiuti nell’Isola non sarebbe stato risolto costruendo l’inceneritore nella Valle del Mela. Per uscire dal pantano ventennale e dall’emergenza occorre dotare la Sicilia di impianti per incentivare la raccolta differenziata, ancora al di sotto delle percentuali imposte dalla legge».

 

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  1. Dite che lo stop è per il loro bene alle numerose famiglie che rimarranno senza lavoro, tra lavoratori diretti ed indotto, in quanto la centrale A2A andrá a chiudere e non sará sostituita da altre attività lavorative in un area che è giá in forte crisi.

    Continuate a credere che è per l’ambiente, quando i dati scientifici (e non di parte o basati su analisi obsolete), indicano che la soluzione della valorizzazione energetica dei rifiuti (che continuate a chiamare incenerimento, mentre è tecnologicamente differente) è la soluzione preferibile (utilizzata in tutta Europa) alla gestione di discarica.

    Nella realtá siciliana, non volere gli “inceneritori” è in gran parte solo un affare economico per certe persone (e vi lascio immaginare chi siano), con un impatto sull’ambiente molto più dannoso di quello che si avrebbe con una gestione corretta dei rifiuti, che (come da legge spesso dimenticata) vede la valorizzazione energetica come l’ultimo elemente di un ciclo di recupero e valorizazione.

    Credere che sia fattibile ed economico avere 8-9 “inceneritori” in Sicilia, quando in tanti anni non si è riusciti a realizzarne non solo uno, ma nessuno degli elementi della catena di gestione virtuosa dei rifiuti, è solo far finta di essere sani.

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