In 10.000 contro l’inceneritore di San Filippo del Mela – FOTO

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«Incenerire è incivile. #FuoridaiPolmoni». Così recitava, ieri pomeriggio, uno degli striscioni contro la costruzione dell’inceneritore a San Filippo del Mela.

Si sono riuniti in oltre diecimila per manifestare, in maniera pacifica, contro la costruzione dell’eco-mostro, come definito dai manifestanti, alimentato con Css (Combustibile solido secondario).

Non solo liberi cittadini ma anche associazioni ambientaliste, associazioni sportive e studentesche. Al loro fianco il Comune di Messina con l’assessore all’Ambiente, Daniele Ialacqua, e alcuni rappresentanti delle amministrazioni locali.

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Il corteo è partito da piazza San Papino, a Milazzo, dove le prime parole sono state spese dal sacerdote locale Giuseppe Trifirò: «È una giornata storica, perché per la prima volta tutti siamo qui per dire che l’avvenire della Valle del Mela lo vogliamo decidere noi».

«L’inceneritore porterebbe più di 300 posti di lavoro, ma la nostra salute vale più di un occupazione, per non parlare del pesante danno al turismo» dichiarano alcuni manifestanti, speranzosi nell’annullamento del procedimento. Fra le fila del corteo qualcuno paragona la costruzione dell’inceneritore al caso della raffineria di Milazzo: realtà che da lavoro a molti ma è da anni oggetto di proteste per il presunto inquinamento delle zone limitrofe alle proprie strutture.

La manifestazione si è conclusa in piazza Caio Duilio, dove si è tenuto un comizio finale dove hanno parlato Giuseppe Maimone dell’ADASC (Associazione per la difesa dell’Ambiente e della Salute dei Cittadini) e, a nome di tutte le amministrazioni locali, il sindaco di Milazzo Giovanni Formica.

Molte sono le polemiche e le proteste, aumentate soprattutto negli ultimi mesi, sulla costruzione dell’inceneritore della Valle del Mela. Le ultime vicissitudini risalgono alla concessione per la realizzazione della struttura. Quest’ultima, infatti, può essere rilasciata solo dall’Ufficio tecnico del Comune di San Filippo del Mela ma, secondo il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9, nell’area in cui dovrebbe essere costruito l’impianto “non è consentito realizzare impianti per il trattamento di rifiuti” entro i 300 metri dal mare. Adesso la decisione finale tocca alla Soprintendenza.

Giovanni Irrera

Foto di Antonino Carrozza

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